Commercianti sul pavimento della Borsa di New York
(Reuters) – La borsa di New York ha chiuso in forte ribasso giovedì, ancora una volta risentita dei timori di recessione alimentati da una politica monetaria restrittiva e dalle turbolenze nei mercati dei cambi e del debito.
Il Dow Jones è sceso di 458,13 punti, o dell’1,54%, a 29.225,61 punti, lo Standard & Poor’s 500 ha perso 78,57 punti, o il 2,11%, finendo a 3.640,47 punti e il Nasdaq Composite Index ha chiuso in ribasso del 2,84% a 10.737,506 punti, avvicinandosi al minimo livello di chiusura per quest’anno. Hit a metà giugno.
I giganti della tecnologia, che sono sensibili alle fluttuazioni dei tassi di interesse, hanno sofferto particolarmente, con Tesla in calo del 6,8% e Apple di quasi il 5%.
Le azioni di Meta Platforms, che possiede Facebook, sono diminuite del 3,67% dopo che Bloomberg ha riferito che il gruppo ha congelato le assunzioni e ha avvertito i suoi dipendenti che sta valutando la ristrutturazione in un contesto macroeconomico incerto.
L’S&P, che è tornato ai livelli di chiusura a novembre 2020, è sulla buona strada per registrare il peggior settembre dalla crisi del 2008. È sceso di oltre l’8% dall’inizio del mese.
Diversi funzionari della Federal Reserve hanno accennato al fatto che la banca centrale statunitense non ha intenzione di calmare o modificare la sua politica di aumento dei tassi di interesse al fine di frenare l’inflazione, il che porta a ulteriori rilasci nei mercati obbligazionari.
A ciò si aggiunge l’improvviso calo delle richieste di sussidi di disoccupazione settimanali annunciato dal Dipartimento del lavoro, che “conferma che la Federal Reserve ha ancora molta strada da fare”, secondo Phil Blancato, direttore di Ladenburg Thalmann Asset Management a New York.
“Il timore nei mercati è che la Fed ci spinga in una recessione molto profonda, che porterà a una riduzione dei profitti aziendali”, ha aggiunto.
Nello spazio di vendita al dettaglio, il rivenditore di auto usate CarMax è sceso di quasi il 25% dopo aver battuto le aspettative del mercato per i risultati del secondo trimestre, a causa dei minori acquisti di veicoli al dettaglio. Anche GM (-5,6%) e Ford (-5,8%) sono state duramente colpite dal rimbalzo.
Anche le compagnie aeree e le compagnie di crociera sono finite in rosso dopo una serie di cancellazioni dovute al passaggio dell’uragano Ian sulla Florida.
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(di Jan Stefan Bruce)