Il portiere della Nazionale milanista è uscito dal campo sabato dopo 33 minuti contro l'Udinese.
Il portiere del Milan e della Francia Mike Maignan ha lasciato il campo dopo essere stato oggetto di insulti razzisti sabato durante la partita della sua squadra allo stadio dell'Udinese.
Mentre doveva effettuare un tiro dai sei metri, Maignan è apparso scioccato e arrabbiato, dirigendosi verso il bordo campo al 34' di gioco e poi seguito dai suoi compagni del Milan.
Mentre Mignan (28 anni) spiegava loro che i tifosi dell'Udinese in tribuna dietro la sua porta gli urlavano contro le scimmie, i giocatori del Milan sono rimasti per diversi minuti ai margini del campo.
Già vittima del razzismo
Poi sono tornati negli spogliatoi, dove, secondo le foto della piattaforma DAZN, Maignan, accanto a lui, è stato confortato dai compagni, come il portoghese Rafael Leão, e da membri della dirigenza del Milan. La partita è stata immediatamente interrotta dall'arbitro al 38', poi ripresa dopo una pausa di cinque minuti. Il portiere, nato in Guyana, da padre guadalupano e madre haitiana, ha ammonito l'arbitro Fabio Maresca al 25' di gioco.
Nonostante i messaggi trasmessi in campo, gli insulti razzisti continuarono, fino a quando la partita fu interrotta dopo un gesto forte del portiere dei Blues. Al suo ritorno in campo, con la sua squadra in vantaggio per 1-0 al 31' di gioco, Maignan, che si è allenato al Paris Saint-Germain e ha attraversato il Lille (2015-21) prima di passare al Milan, è stato fischiato ogni volta che toccava il pallone. palla. .
Ha subito il primo gol al 41' con un tiro dalla distanza di Lazar Samardzic, poi il secondo nella ripresa di Florian Thauvin (60'). Il Milan ha pubblicato sui social un messaggio di sostegno al proprio portiere prima della fine della partita: “Non c'è assolutamente posto per il razzismo nel nostro sport, siamo arrabbiati, siamo con voi”, ha scritto il club lombardo. Dal suo arrivo in Italia, Maignan è già stato vittima di razzismo, essendo stato insultato nel settembre 2021 da un tifoso della Juventus a Torino. Il calcio italiano non riesce ancora a liberarsi dalla piaga del razzismo, e ogni stagione è costellata da episodi di natura razzista o antisemita. In questa stagione, diversi club sono stati puniti per insulti e cori razzisti da parte dei propri tifosi, ma le punizioni sono considerate troppo deboli per avere un impatto duraturo.
La Fiorentina è stata punita a novembre con una partita sospesa a porte chiuse, a seguito dei cori razzisti degli ultras contro tre giocatori della Juventus, Dusan Vlahovic, Moise Kean e Weston McKennie, prima e dopo la sconfitta interna contro la Juventus (1-0). Dal canto suo, la Lazio Roma giocherà la prossima partita in casa, davanti a diverse tribune chiuse dello Stadio Olimpico, come punizione per le grida di scimmia che hanno colpito l'attaccante belga della Roma Romelu Lukaku durante il derby di Coppa dei Campioni.
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