Unendo arte e fantascienza, il Centre Pompidou Metz apre le “porte del possibile”

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Unendo arte e fantascienza, il Centre Pompidou Metz apre le “porte del possibile”

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Metz (AFP) – Famosi romanzi di fantascienza del XX secolo, installazioni facciali, video, sculture e collage: il Centre Pompidou-Metz combina arti visive e letteratura per mostrare “le possibilità di tutto il futuro immaginabile”, dagli anni Cinquanta a oggi, in una mostra che apre di sabato.

“Cerca di colmare il divario tra letteratura e arti visive”, perché la fantascienza è più di un genere letterario, è soprattutto un “modo di pensiero critico”, spiega Alexandra Muller, curatrice della mostra.

È un progetto nato durante la pandemia di Covid-19, nella primavera del 2020, un periodo in cui “la vita quotidiana era come la fantascienza”, secondo la signora Mueller.

La mostra è densa – circa 200 opere in mostra – e immersiva. La curatrice continua dicendo che cerca di “inserirsi nella contemporaneità” e “reclamare un po’ di utopia”. I riferimenti a romanzi, generi e sottogeneri della fantascienza sono sottili e molteplici.

Ma uscendo dalle opere spaziali, Arrakis, o galassie molto lontane, qui si scambia “il futuro lontano” con “mondi più vicini, collegati al presente” e le sue questioni politiche, conferma Alexandra Muller.

“Symbiotic Interaction (Wearable)” degli artisti spagnoli Maria Castellanos e Alberto Valverde, viene presentato alla mostra “Les Portes du possible”, al Centre Pompidou di Metz, il 3 novembre 2022 Jean-Christoph Verheijen AFP

Nella scenografia originale, che scompone il “cubo bianco neutro” del museo per aprire buchi nelle pareti, le installazioni nascono da ogni dove: sulle pareti, dal soffitto al pavimento dove vengono proiettati i video.

Come questi “cyborg mediterranei” dell’artista tunisina Aisha Al-Senussi, grandi rotoli di carta cadono dal soffitto per aderire a pietre, il tutto ricoperto da motivi che evocano l’alfabeto arabo e disegni che possono evocare una “società e antenati futuri”.

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Il corso si articola in cinque capitoli, i cui titoli riprendono i grandi nomi della fantascienza, “Brave New World”, di Aldous Huxley, per il capitolo uno, fino a “Like a Sower”, di Octavia E. Butler, per il capitolo cinque.

Cyberspazio e futuro africano

All’ingresso di ciascuno di questi capitoli sono appese narrazioni allegoriche di questo tipo, di fronte a video, dipinti, fotografie, collage e installazioni: il 20% proviene dalle collezioni del Centre Pompidou di Parigi, il resto direttamente dai laboratori degli artisti o appositamente commissionato per la mostra.

Il curatore ha scelto di offrire ai giovani artisti una “svolta utopica”, perché questa generazione è “quella che dice di essere stanca della distopia” e vuole “dipingere un futuro desiderabile”, afferma Alexandra Muller.

il lavoro "limitazioni limitazioni"In mostra l'artista etiope Aida Muluneh "porte del possibile"al Centre Pompidou di Metz, il 3 novembre 2022
L’opera “Limitations of Constraints” dell’artista etiope Aida Muluneh, presentata alla mostra “Les Portes du possible”, al Centre Pompidou di Metz, il 3 novembre 2022 Jean-Christoph Verheijen AFP

Anche altri lavori mostrano la prevalenza della sorveglianza nelle nostre vite, come questo video di Liam Young, “In the Robot Skies”, che racconta la storia d’amore in erba tra due giovani che cercano di sfuggire al controllo dei droni della polizia ovunque.

Infine, l’ultima parte è dedicata alle fantasie extraeuropee, in particolare di un futuro africano, che è “normale” essere finalmente mostrato in un’istituzione come il Centre Pompidou: “Era innaturale prima di attraversare gli spazi in cui eravamo” Era innaturale prima di attraversare gli spazi in cui non eravamo presenti”, dice Nadia Chonville, una scrittrice adulta di Martini, 33 anni, che ha scritto un articolo per il catalogo della mostra.

Doors of the Possible: Art and Science Fiction andrà in scena dal 5 novembre al 10 aprile 2023.

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