L’agenzia italiana Ansa ha dichiarato venerdì (7 gennaio) che a un cinghiale nel nord-ovest dell’Italia è stata diagnosticata l’influenza suina africana. Secondo lui, il caso è stato confermato dalle analisi effettuate da una società di ricerca, Umbria e Marche (ISZUM) sulla carcassa di un cinghiale ad Ovada, in Piemonte. Contattata da AFP, l’azienda non è stata raggiunta immediatamente. Il caso, secondo l’Ansa, è stato immediatamente denunciato al ministero dell’Agricoltura italiano, che ne darà comunicazione alla Commissione europea e all’Organizzazione mondiale per la salute animale (OIE).
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La malattia, che da decenni si diffonde in Africa, colpisce attualmente cinquanta paesi del continente, Europa, Asia e, più recentemente, Stati Uniti (Caraibi). Il virus si trova in Europa, Estonia, Lituania, Lettonia, Polonia, Serbia, Ucraina, Russia, Bielorussia, Moldova, Slovacchia, Romania, Germania e Bulgaria ed è stato recentemente identificato dal Ministero dell’Agricoltura francese. È in circolazione da molto tempo in Italia, ma solo nell’isola di Sardegna.
Il virus è molto pericoloso per la popolazione di suini (maiali, cinghiali, Wardak), la malattia non rappresenta un rischio per la salute umana. D’altra parte, ha gravi conseguenze per gli esperti di carne di maiale. I paesi colpiti stanno perdendo il loro status di “libero”, il che chiude le opportunità di esportazione non solo per la carne di maiale viva ma anche per i prodotti a base di carne di maiale al di fuori dell’UE.
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