sabato, Novembre 23, 2024

Secondo il rapporto 2023 il frutto più colpito in Italia

Secondo il nuovo rapporto “Stop pesticidi nel piatto 2023” realizzato dall’associazione ambientalista Legambiente in collaborazione con Alce Nero, la frutta si conferma la categoria più vulnerabile a causa dei residui di pesticidi.

Sono stati analizzati 6.085 campioni di agricoltura biologica e tradizionale e di alimenti di origine vegetale e animale provenienti da 15 regioni d’Italia.
Le prime impressioni sono positive. È diminuita, infatti, la percentuale di campioni in cui sono state trovate tracce di pesticidi entro i limiti di legge: 39,21% rispetto al 44,1% dello scorso anno. Inoltre, il 59,18% dei campioni è risultato regolare e privo di residui, rispetto al 54,8% dello scorso anno.

Tra questi, la frutta si conferma la categoria più colpita dalla presenza di residui di pesticidi: quasi il 68% dei campioni italiani contiene uno o più residui. Ciò è particolarmente vero per le pere (84% dei campioni), le pesche (83% dei campioni) e i peperoni (53,85% dei campioni).

Dalle pere agli agrumi, il robusto settore del Made in Italy è in difficoltà

I frutti esotici coltivati ​​in Italia non vengono risparmiati. Kiwi, banane e mango presentano il più alto livello di adulterazione (7,4%).
Il rapporto indica specificamente la presenza di residui di neonicotinoidi come il tiagoprid nei campioni di pesca, pompelmo, ribes nero, cumino e polvere di tè verde, nonché di imidacloprid in campioni di arancia e due campioni di limone.

Tra gli alimenti trasformati, i cereali integrali e il vino presentano il maggior numero di residui riconosciuti (rispettivamente 71,21% e 50,85%).

Al contrario, la maggior parte delle verdure italiane erano esenti da pesticidi: il 68,55% dei campioni analizzati è risultato “sano”.
Altra nota positiva riguarda i prodotti di origine animale: dei 921 campioni analizzati, l’88,17% è risultato privo di residui.

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Appello di Legambiente

L’Associazione Ambientalista Italiana lancia un appello alle istituzioni nazionali ed europee per chiedere interventi giuridici concreti. L’Unione Europea ha già adottato una strategia per ridurre drasticamente le sostanze chimiche di sintesi nei prodotti alimentari. Intitolato “Farm to Fork”, il progetto europeo mira a ridurre del 50% l’utilizzo dei pesticidi entro il 2030. Per riuscirci Legambiente ricorda che ogni Paese deve rispettarla, e chiede una legge nazionale sul multiresiduo per l’Italia. Allo stesso tempo, l’Associazione Ambientalista continua la sua lotta contro il glifosato – ancora legale grazie a una recente proroga di dieci anni – e lancia una nuova campagna “no glifosato” per premiare le aziende nonostante la proroga. Questo oggetto è vietato..

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