martedì, Novembre 26, 2024

“Se Washington dice basta, questa sarà l’unica volta in cui Israele dirà no”.

All'indomani del nuovo veto americano sul cessate il fuoco “immediato” a Gaza, un'intervista a Michael Oren, ex ambasciatore israeliano negli Stati Uniti ed ex vice ministro incaricato della diplomazia.

per la terza volta, Gli Stati Uniti hanno utilizzato il loro potere di veto, martedì 20 febbraio, al Consiglio di Sicurezza dell’ONU in merito ad un testo che chiede un “cessate il fuoco immediato” a Gaza. Ma recentemente, Washington ha mostrato divergenze di opinioni con il suo alleato Israele riguardo alla gestione di questa guerra. L’amministrazione Biden esorta in particolare Israele a non lanciare un’operazione militare a Rafah, una città situata nel sud della Striscia palestinese dove sono attualmente radunate più di 1,3 milioni di persone, senza un piano per proteggere le vite dei civili.

RFI: Questo veto americano indica che, nonostante le differenze di opinione tra i due paesi, il sostegno americano a Israele rimane costante?

Michael Oren: Avete due politiche che sono rimaste sostanzialmente invariate. Il primo è la fornitura di munizioni. L’amministrazione Biden non solo ha fornito le munizioni, ma ha accelerato le consegne bypassando il Congresso. L’altro è porre il veto alle richieste di cessate il fuoco nel Consiglio di Sicurezza.

Come spiega questo approccio americano nei confronti di Israele quando, all'inizio della guerra, gli Stati Uniti hanno espresso il loro pieno sostegno al governo israeliano?

Che impatto potrebbe avere questo sulle relazioni tra Stati Uniti e Israele?

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