sabato, Novembre 23, 2024

Scandalo del pollo contaminato: in un supermercato Lidl a due ore da Perpignan, il 100% della carne di pollame è infettata da batteri resistenti agli antibiotici

Martedì 18 giugno uno studio pubblicato dall’Osservatorio spagnolo sul benessere degli animali ha sollevato la possibilità che il pollo venduto da Lidl possa essere contaminato da batteri resistenti agli antibiotici. I primi risultati di questa indagine sono stati appena rivelati.

I risultati sono finalmente arrivati. Martedì 18 giugno, l’Osservatorio del benessere degli animali (OBA) in Spagna ha reso pubblica un’indagine secondo cui il 70% del pollo venduto da Lidl era contaminato da batteri resistenti agli antibiotici.

secondo Giornale, L’Osservatorio è passato a questo marchio per diversi motivi. Innanzitutto a causa delle numerose denunce relative al sovraffollamento dei polli negli allevamenti dei fornitori. Ma anche perché il marchio tedesco è il più grande in Europa per volume di vendite e numero di stabilimenti.

Ma mentre molte analisi sono state condotte in tutta Europa, come in Germania o Polonia, da parte spagnola i risultati appaiono a dir poco allarmanti.

E a ragione, spiegano i nostri colleghi: nel Paese sono stati analizzati 24 campioni, di cui sei a Barcellona – presso il supermercato Lidl in via Bojades 15, nel quartiere Poblenou -, tutti risultati positivi alla presenza di batteri resistenti agli antibiotici. batteri.

Per gli altri, prelevati a Madrid e Valencia, solo due campioni su tredici erano negativi, a Madrid, e tre campioni su cinque, a Valencia.

I prodotti spagnoli sono più inquinati rispetto al resto d’Europa

Inoltre, il laboratorio tedesco che ha condotto le analisi conferma che i prodotti spagnoli sono i più contaminati, poiché sono stati osservati batteri resistenti agli antibiotici nel 71% della carne di pollame, rispetto a un terzo in Germania e al 58% nel Regno Unito. unito.

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Secondo l’osservatorio la presenza di batteri è dovuta a questo “I polli si accumulano tra gli escrementi, il che costituisce un rifugio per la diffusione di agenti patogeni […] Lidl non ha ancora una politica pubblica per evitare il sovraffollamento dei polli e quindi l’uso eccessivo di antibiotici che finiscono nei nostri frigoriferi.

Da parte sua, la marca Lidl ha negato le accuse contro di lei, confermando di possedere i certificati di analisi “È categoricamente incoerente con le informazioni fornite nello studio.”

Lo ha sottolineato, infine, l’Agenzia spagnola per la sicurezza alimentare “Nessuna notifica ricevuta” E così con “Dai risultati delle analisi dei prodotti non si può concludere, nel caso della Spagna, che vi sia un mancato rispetto delle norme relative agli standard microbiologici applicati ai prodotti alimentari”.

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