Il Ministero degli Affari Esteri ha annunciato che l’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama è stato inserito in una lista che vieta l’ingresso nel territorio russo, così come quasi 500 personalità americane.
La rappresaglia russa contro gli Stati Uniti è immediata. Venerdì 19 maggio Mosca ha annunciato che a 500 americani, compreso l’ex presidente Barack Obama, sarebbe stato negato l’ingresso nel suo territorio, come rappresaglia per le sanzioni impostele da Washington. Il Dipartimento di Stato ha indicato che “in risposta alle sanzioni anti-russe, che sono regolarmente imposte dall’amministrazione Biden (…) l’ingresso nella Federazione Russa è chiuso a 500 americani”, osservando che Barack Obama è apparso in questa lista.
Diversi personaggi televisivi puniti
L’annuncio della Russia arriva mentre gli Stati Uniti venerdì hanno inserito nella lista nera “più di 300” individui, imprese, navi e aerei in tutta Europa, Medio Oriente e Asia, secondo il Dipartimento del Tesoro e il Dipartimento di Stato. Il ministero degli Esteri russo ha dichiarato: “Washington avrebbe dovuto sapere molto tempo fa che qualsiasi atto ostile nei confronti della Russia non sarebbe rimasto senza risposta”.
Tra le figure a cui sarà ora vietato l’ingresso in Russia ci sono presentatori o annunciatori di diversi canali televisivi americani: Stephen Colbert, Jimmy Kimmel e Seth Meyers. Anche Erin Burnett (CNN), Rachel Maddow e Joe Scarborough (MSNBC). La Russia ha annunciato che sta inserendo nella lista nera membri del Congresso degli Stati Uniti, istituti di ricerca “coinvolti nella diffusione di atteggiamenti anti-russi e informazioni false”, nonché capi di aziende che “forniscono armi all’Ucraina”.
Una decisione “ridicola” di Greenpeace
L’ONG ambientalista Greenpeace ha definito “ridicola” la decisione della Russia di etichettarla come un’organizzazione “indesiderabile” sul suo territorio. Nella stessa dichiarazione, la Russia ha affermato di aver nuovamente vietato una visita consolare al giornalista statunitense Ivan Gershkovich, arrestato a marzo dopo che Washington si era rifiutata di rilasciare visti ad alcuni giornalisti russi ad aprile.
Dall’inizio dell’offensiva in Ucraina, le autorità russe sono state in gran parte rapide nel sopprimere le voci critiche. Lungi dall’essere limitata all’opposizione politica, questa repressione si estende a tutti i settori, come i circoli culturali e le organizzazioni ambientaliste.