Pertanto, per le nascite premature, non vi è alcuna differenza significativa tra le donne con COVID prima della 27a settimana. Dopo 34 settimane il rischio si moltiplica per sette, Secondo uno studio Pubblicato nel 2022.
E ancora, gli autori specificano di non poter dire se sia stato il virus ad avere un effetto diretto sul corpo della donna: la causa potrebbe essere anche difficoltà respiratorie causate dal COVID, visto il numero di uteri nel terzo trimestre. Più “comprime” i polmoni.
Una cosa è certa, appare il legame di causa ed effetto tra l’influenza e le complicazioni sperimentate durante la gravidanza:
- Secondo a seguire Delle 1,6 milioni di donne incinte negli Stati Uniti, metà delle quali nate nell’anno prima della pandemia, il tasso di aborto spontaneo era di 5,17 per 1.000, rispetto all’8,69 per 1.000 tra le donne incinte durante il primo anno della pandemia. .
- Secondo A.N Sintesi di 42 studi Dopo un’indagine su oltre 400.000 donne incinte, l’infezione durante la gravidanza può essere collegata a un aumentato rischio di pre-eclampsia e aborto spontaneo.
D’altra parte, il vaccino ha limitato i rischi. Un’altra sintesi della letteratura scientifica, Pubblicato nel 2022conclude, sulla base di 25 studi condotti in diversi paesi, che il vaccino ha ridotto significativamente il rischio di infezione e complicanze nelle donne in gravidanza.
Il vaccino sembra anche ridurre del 15% il rischio di aborto spontaneo, secondo una terza revisione della letteratura scientifica. Pubblicato anche nel 2022.
Inoltre, negli studi israeliani nel 2021 e canadese nel 2022Nessun caso negativo al vaccino è apparso sui radar.
Anche una manciata di ricercatori è preoccupata per i rischi del coronavirus per lo sviluppo dei bambini dopo la nascita. Rilasciato lo scorso gennaio, uno studio che confronta 115 bambini nati prima della pandemia con 115 bambini nati da donne che hanno contratto il COVID durante la gravidanza. Tredici di questi ultimi bambini non hanno raggiunto le soglie di crescita previste tra i 6 e gli 8 mesi di età, rispetto a nessuno dei bambini “pre-pandemia”. Tuttavia, questo è ancora un numero piccolo, hanno avvertito i ricercatori, e sarà necessario verificare se questi bambini raggiungeranno.
Ipotizzando un legame, invece, anche in questo caso, è impossibile dire al momento se sia coinvolto il virus, o le complicazioni conseguenti al contagio: sarebbe stato necessario attendere il 2023 creare da SARS-CoV-2 pienamente capace attraversare la barriera placentare, ma non sappiamo ancora quali saranno le conseguenze.