Riprendono le traversate dei migranti nel Mediterraneo, ma rallentano gli arrivi in ​​Italia

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Riprendono le traversate dei migranti nel Mediterraneo, ma rallentano gli arrivi in ​​Italia

Sono bastati solo pochi giorni perché il bel tempo ricominciasse a riprendere nella traversata del Mediterraneo centrale tra Tunisia, Libia e Italia. Secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), nelle ultime due settimane sono arrivate in Italia circa cinquemila persone.C'è gennaio e marzo 10. Numeri però di gran lunga inferiori alle oltre 20.400 visite registrate tra gennaio e marzo 2023.

La presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, eletta con un discorso particolarmente anti-immigrazione, e il suo governo non hanno mancato di accogliere con favore il declino. Dicono che i loro sforzi, sia a livello nazionale che internazionale, hanno portato a una significativa riduzione delle visite nella penisola. “Il lavoro intenso dà risultati”Si è detto soddisfatto il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi in un'intervista ad un quotidiano milanese Carta20 marzo.

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Gli arrivi dalla Libia in Italia sono costanti, con oltre 7.000 persone sbarcate tra gennaio e marzo. Sono invece diminuiti sensibilmente dalla Tunisia. Dopo un’ondata senza precedenti nel 2023, l’esodo di migranti e richiedenti asilo in Tunisia si è ridotto del 71% dall’inizio dell’anno, in seguito agli annunci del presidente Gais Said secondo cui le loro condizioni di vita erano improvvisamente peggiorate. Quest’ultimo ha descritto l’arrivo degli esuli subsahariani nel febbraio 2023 “Impresa criminale” bersaglio “Cambiare la struttura demografica della Tunisia”.

“Conseguenze umanitarie devastanti”

2023 Il 16 luglio è stato firmato un memorandum d'intesa tra Bruxelles e Tunisi, contenente una delle clausole relative alla lotta all'immigrazione irregolare, in cui l'Europa si è mobilitata ai massimi livelli per prevenire l'immigrazione dalle coste tunisine. Sig. Anche se Saïed ha ribadito che il suo Paese non avrà alcun ruolo “Guardia di frontiera”Dalla fine dell'estate scorsa, le forze dell'ordine tunisine hanno intensificato le operazioni contro le reti di contrabbando e le officine che producono imbarcazioni da traversata.

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Allo stesso tempo, hanno continuato gli arresti arbitrari e le deportazioni di migranti e richiedenti asilo verso i confini dei paesi vicini. Questi sono diventati “formale” Dopo ogni intercettazione in mare, secondo Romdane Ben Amour, portavoce del Forum tunisino per i diritti economici e sociali (FTDES). Sebbene documentato da il mondo E queste pratiche, condannate da altri media e da molte organizzazioni della società civile, continuano ad essere smentite dalle autorità tunisine.

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Il rafforzamento dei controlli sull’immigrazione è stato sostenuto da Bruxelles, Parigi e Roma. “Conseguenze umanitarie devastanti”M. Ben Amor esprime rammarico. “Da un lato, a causa della diminuzione delle partenze, i migranti sono bloccati in condizioni disastrose, senza alcuna possibilità di lavorare o di trovare un alloggio in Tunisia. Dall'altro c'è il rischio che molte persone muoiano in mare. Insiste. Cinque corpi furono recuperati durante un'operazione di sicurezza nazionale marittima il 9 marzo, nove il 15 febbraio e tredici una settimana prima.

In questo tratto di mare tra la Libia e l'Italia la situazione non è migliore: sessanta persone risultano disperse a bordo di un'imbarcazione soccorsa dalla ONG SOS Méditerranée il 13 marzo. Secondo l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), da gennaio sono già annegate almeno 442 persone. Di “Valutazioni minime” Vengono presi in considerazione solo i naufragi conosciuti, Si riferisce all'OIM.

Aumenta la repressione da parte delle autorità italiane

Le immagini diffuse dalla ONG tedesca Sea-Watch, catturate dal suo aereo di sorveglianza al largo delle coste di Malta il 24 marzo, mostravano una petroliera battente bandiera panamense ed impegnata in una delicata operazione in assenza di ufficiali competenti. Le imbarcazioni improvvisate che trasportavano quaranta migranti e gli sforzi per salvare molti di loro caduti in acqua dimostrano la scarsità delle risorse fornite dagli Stati.

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Allo stesso tempo, alcune ONG che cercano di aiutare i migranti si trovano ad affrontare una crescente repressione da parte delle autorità italiane. Dall’inizio dell’anno almeno cinque navi umanitarie sono state bloccate Tra i porti della penisola: L' Genitori geografici Medici Senza Frontiere, LOceano Vichingo di SOS Méditerranée, Il Sorveglianza dell'oceano 5 E questo Umanità 1 ONG nominate. IL Sea-Eye 4L'ultimo a godere di questa sanzione è stato condannato a sessanta giorni di immobilità a Reggio Calabria, “La detenzione amministrativa più lunga mai imposta a una nave di soccorso marittimo”Il sistema C-Eye è stato presentato lunedì 11 marzo.

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A causa di queste restrizioni, da più di un anno le autorità marittime italiane hanno regolarmente designato i porti del centro e del nord del Paese per sbarcare i sopravvissuti salvati dalle ONG. Pratica di allontanamento delle navi dalle aree di recupero, allungando i tempi di viaggio. In un comunicato stampa diffuso il 22 febbraio, un gruppo di ONG ha condannato questi fatti “barriere” Chi, secondo loro, partecipa “Ostacolo alle operazioni di ricerca e salvataggio” causare a “Cresce il numero delle vittime”.

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