Velocità, precisione e una valutazione di forza sufficiente per mantenere il volo mentre si tiene,…. Sedersi su un ramo di un albero è una grande arte, anche se rimane naturale uccello. E ciò che è naturale tende ad attrarre gli scienziati. il Imitazione della naturaLa scienza è in costante miglioramento cercando di riprodurre il meglio che la natura ha da offrire. Gli esempi sono numerosi e conosciuti, con strutture a nido d’ape per più resistenza e meno materiale, ispirate al velcro dei frutti di bardana, o ancora al motore turbo che simula il guscio del nautilus. Quindi imitare un uccello seduto su un ramo con un robot è la sfida che si sono posti gli scienziati della Scuola Politecnica Federale di Losanna in Svizzera.
Questo robot che sbatte le ali, cioè A.I ornitottero, è il primo a riuscire a reggersi da solo sul suo trespolo. Con un peso di soli 700 grammi, è stato sviluppato nell’ambito di un progetto di ricerca europeo denominato GRIFFIN. Per gli scienziati, far posare un ornitottero in sicurezza è complicato, ma non è fine a se stesso. Questo è un modo utile per realizzare, ad esempio, la raccolta di campioni biologici o effettuare misurazioni dai rami di un albero.
Tecnica accurata
Raffaele Zveri È il ricercatore dietro questo progetto. Ha appena pubblicato un articolo sulla rivista natura. Descrive il sistema con cui il robot si aggrappa ai suoi sedili. Per eseguire la manovra automaticamente, l’ornitottero deve prima rallentare aggrappandosi mentre continua a volare. Questo movimento porta inevitabilmente a una pressione in avanti, che aumenta la pressione. Per questo motivo, l’artiglio deve essere abbastanza forte da afferrare l’elica, assorbire il movimento e contenere sia la massa del robot che l’effetto di decelerazione.
Regole Aviazione richiede, ci sono anche limitazioni di peso. L’artiglio che in realtà è l’equivalente di una forte serra dovrebbe essere ancora leggero. Se lo sviluppo di questa serra dotata di tanti meccanismi e sistemi di compensazione è difficile, altrettanto difficile è l’avvicinamento in volo. Per valutare da solo la distanza, la posizione e la velocità, l’ornitottero è rivestito di sensori. Integra anche un computer per elaborare tutti questi dati in tempo reale. Il set è accompagnato da un sistema di navigazione piuttosto primitivo per il momento. Grazie ai suoi elementi, il robot è salito con successo sei volte in nove tentativi.
Durante le prove solo gli impatti del suolo e il battito delle ali hanno infastidito l’ortottero. L’esperimento viene condotto al chiuso solo per studiare e regolare la manovra seduta nel modo più accurato possibile. Ma i ricercatori stanno già lavorando per implementare questi stessi metodi all’esterno, con ulteriori restrizioni, una navigazione più lunga e gli effetti del vento. Quest’ultimo porta un pizzico di imprevedibilità che complicherà l’automazione delle attività, ma rende questo ornitottero Più efficiente e versatile. Nel frattempo, il robot non è ancora pronto a competere con l’uccello nella sua arte di appollaiarsi.
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