Nell’ambito del PhotoSaintGermain Festival, la mostra “Unexplained Phenomena in the Face of Science” al Museo della Medicina esplora le complesse relazioni tra scienza e fenomeni paranormali.
In un viaggio verso le frontiere più strane dell’indagine scientifica, Fenomeni inspiegabili di fronte alla scienza ci invita al Museo di Storia della Medicina, Nell’ambito del Festival PhotoSaintGermain. Questa splendida sala, piena di strumenti barocchi che testimoniano tempi in cui la medicina a volte sembrava una tortura, è il luogo perfetto per scoprire le immagini, per lo più inedite, raccolte dal curatore Philippe Baudouin e dal suo team.
Questi straordinari documenti ripercorrono più di un secolo di ricerca scientifica sui fenomeni paranormali, suddivisi in sette categorie principali: telepatia, telecinesi (il lavoro della mente nella materia), magnetismo, levitazione e altri “contributi” (la manifestazione nichilista di varie cose ), immersione anima malvagia (Spiriti maligni), rappresentazione dell’aura.
“Offriamo un viaggio nel tempo per incontrare uomini e donne, famosi o sconosciuti, che a un certo punto della loro vita hanno deciso di confrontare l’ignoto con la “I” maiuscola di cui parla l’astronomo Camille. Flammarion riassume “Philippe Baudouin” nella sua presentazione alla stampa.
Incontriamo personalità straordinarie come Eusapia Palladino, la medium italiana delle grandi Ore della Spiritualità, capace, si dice, di elevarsi e incarnare cose diverse. Vero soggetto di culto, ha stupito anche studiosi tra cui Arsène d’Arsonval, Henri Bergson, Pierre e Marie Curie.
L’appetito degli studiosi per questo “paranormale”, una parola coniata nel 1889 dal medico Max Deswar, raggiunge il culmine quando trionfa il positivismo. Questa simultaneità è paradossale solo in apparenza: dimostra la fiducia incrollabile degli scienziati nel metodo sperimentale, che a loro avviso è indubbiamente in grado di analizzare e comprendere la natura delle forze agenti.
Le fotografie della fine dell’Ottocento e dell’inizio del Novecento mettono in evidenza il ruolo talvolta ambiguo degli scienziati in questi dispositivi, siano essi soggetti o oggetti di esperimento. Guarda questa foto del Premio Nobel per la Medicina Charles Richette, lui stesso che ipnotizza un indovino bretone, Lione, nel 1885.
Con Henri Dorville, l’esperto tester e fusionista come in questo straziante scatto del 1935 in cui un medico e astrologo tenta di mummificare un feto umano corteggiandolo mettendoselo sulle mani.
Le immagini hanno spesso lo scopo di enfatizzare l’accuratezza del dispositivo sperimentale che è stato allestito. Questo è ad esempio il caso di un “mezzo collegato” che è in grado di suonare vari strumenti musicali mentre è saldamente attaccato a una sedia. Purtroppo, secondo lui, il suo straordinario talento può essere praticato solo al buio, il che riduce in qualche modo l’efficacia del menzionato dispositivo.
L’obiettivo è lo stesso in questa misteriosa foto surreale che flirta: due mani che emergono da un tabellone nero che giocano con una serie di carte. Anche in questo caso si tratta di mettere in luce la serietà dell’esperimento con la termo-ottica, la teoria secondo la quale alcuni soggetti particolarmente sensibili possono discernere degli schemi toccandoli.
Succede anche che la telecamera riesca a catturare il fatidico momento come durante questa sessione del 1927 con la moderatrice Elizabeth Ball mentre il tavolo sembra saltare da solo sul pubblico spaventato.
Niente di impressionante con le gif Polaroid anni ’70, che mostrano il volto concentrato di Anita, l’adolescente che si dice sappia piegare un cucchiaio con la forza di un’anima, o il mediatore Silvio, che si dedica alla stessa attività su una forchetta . .
Oltre a queste inquadrature, troviamo, al contrario, una forma di rappresentazione teatrale in questo quadro dove dagli elettrodi ai computer, tutto sembra confermare il risveglio scientifico, anche la potenza tecnologica, che è stata messa in campo per studiare questo esperimento di torsione dei metalli di Jean-Pierre Girard, alla fine degli anni Settanta.
“Rendono queste immagini porose e spostano i confini che la scienza ha tracciato tra credenza e conoscenza”, spiega Philip Bowdoin.
E l’ambientazione unica di questi scatti lo è ancora di più nelle immagini della corona, questa misteriosa radiazione vitale emessa da esseri umani, animali e piante “catturata” grazie a speciali dispositivi creati all’inizio del XX secolo.
Questa volta si annulla la distanza tra l’immagine e il fenomeno, perché quest’ultimo si manifesta solo nella sua rappresentazione fotografica.
Questa passeggiata tra scienza e mistero ha già attirato più di diverse migliaia di visitatori. Un successo che non va smentito fino al 28 gennaio 2023, data di chiusura prevista della mostra.
Immagini da altrove
La fase finale della fusione tra immagine e fenomeno, lo psychoimaging: alcuni individui saranno in grado di evocare a distanza qualsiasi immagine di un film. Il campione indiscusso di questa disciplina, l’eccentrico americano Ted Sirius, le cui “opere” appaiono Sul sito web dell’Università del Maryland… Ma negli ultimi anni molti ciarlatani e scienziati hanno svelato vari trucchi che Ted Sirius avrebbe potuto usare per catturare le sue immagini, che tuttavia conservano un fascino vagamente inquietante e inquietante.
12 rue de l’École de Médecine 75006
Dal lunedì al sabato dalle 14:00 alle 17:30
01 76 53 16 93
u-paris.fr/musee-de-lhistoire-de-la-medicine
Fino al 28 gennaio 2023
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