Dal 2006, ogni due anni (tranne durante la pandemia), il Fondo Regionale per l’Arte Contemporanea dell’Alvernia (FRAC) e i Musei di Aurillac organizzano una mostra congiunta. Il tema di quest’anno riguarda la scienza e l’arte. Quando la scienza influenza l’arte a meno che non sia il contrario…
Piccole bottiglie di vetro. Etichette scritte a mano. “Veleno” è scritto in inchiostro rosso con una piuma sopra. In un piccolo gabinetto delle curiosità sono raggruppati gli oggetti utilizzati dai fotografi. Da un altro tempo. Dalla fine dell’Ottocento, che vide la nascita della fotografia. «Tutti questi pezzi provengono dalla collezione barese», spiega Sophie Caldayro Sizaboer, vicedirettrice dei Musei Aurillac. Léger Barry si stabilì ad Aurillac nel 1880, al 39 di rue La Gare. Anche suo figlio Emile e il nipote Pierre saranno fotografi.
Le opere che presentiamo provengono dai Musei FRAC e Aurillac. Ogni volta, in ogni mostra all’aperto, lavoriamo per connettere le opere e il luogo
Ma cos’è la fotografia? Se non prima la chimica. Scienze. Gli artisti li utilizzeranno per proporre nuove forme d’arte. Oggi, secondo la classificazione ufficiale, la fotografia appartiene alla terza arte, come la pittura o il disegno.
“È stato il nostro punto di partenza, questo legame tra scienza e arte”, sottolinea la curatrice di questa mostra unica proposta a Ecurie, Laure Fourlay, che è anche co-direttrice ad interim del FRAC Auvergne, e in particolare responsabile della programmazione del FRAC Extramural .
La ricca collezione di fotografie dei Musei Aurillac risponde così alle opere contemporanee del FRAC. Nelle due sale della scuderia sono esposte una cinquantina di opere d’arte. Il che crea una somiglianza talvolta sorprendente tra le bombe di lava ritrovate sepolte nelle Terre di Kantal e le linee luminose di Dov Alloush, o le immagini dell’aurora boreale di Marina Jadonics.
Le antiche foreste dell’Alvernia sono in mostra a Ecuries
E questa strana foto di un “disco volante” abbandonato nella neve. Foto scattata da Geert Goeres dopo approfondite ricerche mentre camminava nel Deserto Bianco finlandese. Questa casa “Futuro” è stata costruita dall’architetto Matti Suronen alla fine degli anni ’60. “Si tratta di una capsule house il cui design trae origine da immagini scientifiche e fantasy di viaggi interstellari…” spiega Laure Forlay.
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pratico. La mostra è aperta dal martedì al sabato dalle 14:00 alle 18:00 fino a sabato 21 settembre. entrata gratis. La fascia mattutina è riservata ai gruppi e alle scuole (prenotazione numero 04.71.45.46.10).
Solo i fan conoscono questa grande opera di Philip K. Dick, gli androidi sognano pecore elettriche? Che divenne Blade Runner sotto gli occhi allucinati o demoniaci di Ridley Scott o Denis Villeneuve. Sarah Del Pino presenta un film inquietante dal titolo intelligente Do They Dream of Robot Astronauts? Immagini scattate in una fattoria priva di esseri umani, gestita solo dalle macchine. Arte o anticipazione? Sta a ognuno trovare la propria risposta…
Bruno Serge Leroy
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