Diverse centinaia di armeni hanno manifestato mercoledì 15 maggio a Yerevan per protestare contro l’intenzione del governo di cedere territorio all’Azerbaigian, suo vicino e principale rivale, come parte dei colloqui di pace. Da aprile si sono svolte diverse manifestazioni di protesta contro la decisione delle autorità armene di consegnare i villaggi azeri che l’Armenia occupava e controllava dagli anni ’90.
Mercoledì sera un gran numero di poliziotti hanno circondato la piazza centrale di Yerevan, davanti al Teatro dell’Opera, dove il primo ministro Nikol Pashinyan avrebbe dovuto tenere un discorso ad una conferenza internazionale. Centinaia di manifestanti si sono radunati sul posto su invito del leader del movimento, il carismatico arcivescovo Bagrat Galestanyan, che ha chiesto le dimissioni di Nikol Pashinyan.
Chiede le dimissioni del Primo Ministro
Nicole Pachinyan “Devi dimetterti, altrimenti l’Armenia sarà distrutta”.Il manifestante ha dichiarato venditore Tigran Balasanyan, 54 anni. Per Noon Sargsyan, una casalinga di 60 anni, “Pashinyan ha superato tutte le possibili linee rosse, ha abbandonato il Paese e deve dare all’Armenia in ginocchio la possibilità di risorgere”..
Le concessioni territoriali di Pashinyan a Baku, che egli sostiene di dover fare per garantire la pace con l’Azerbaigian, hanno scatenato manifestazioni caratterizzate da blocchi stradali. Il movimento è guidato dall’arcivescovo Bagrat Galestanyan, capo della diocesi della regione di Tavush, dove si trovano i villaggi che dovrebbero essere restituiti all’Azerbaigian.
Sono stati pianificati procedimenti di impeachment
Il vescovo vuole avviare la procedura di impeachment del signor Pashinyan. I partiti di opposizione avrebbero bisogno del sostegno di almeno un deputato indipendente o di un membro del partito al governo per avviare una procedura di impeachment, il cui successo dipenderebbe poi dal voto di almeno diciotto parlamentari del partito al governo che acconsentirebbero al rovesciamento.
Armenia e Azerbaigian si sono scontrati in due guerre per il controllo della regione azera del Nagorno-Karabakh, poi Baku ha lanciato un attacco nel 2023, che le ha permesso di riprendere il controllo di questa regione, inseguendo i separatisti armeni che l’avevano gestita per tre decenni.
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