Papa Francesco invita Lesbo a porre fine al ‘relitto della civiltà’

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Papa Francesco invita Lesbo a porre fine al ‘relitto della civiltà’

Inserito il 05 dicembre 2021 alle 11:34

Papa Francesco ha chiamato domenica, davanti a quaranta esuli, a porre fine al “naufragio della nave della civiltà” in un vivace discorso al campo migranti di Mavrovoni a Lesbo, cinque anni dopo la sua prima visita in questa famosa isola greca affetta da la crisi migratoria.

Il Mediterraneo “è diventato un freddo cimitero senza lapidi (…) vi prego, fermiamo questo naufragio della civiltà!” Il secondo giorno della sua visita in Grecia, che è stata caratterizzata da una rapida visita a Lesbo, il Sovrano Papa ha lanciato.

Al campo di Mavrovoni, che ospita ancora quasi 2.200 richiedenti asilo, il Papa è stato accolto calorosamente da una folla di migranti che si è radunata tra i container e le tende del campo. Sua Santità il Papa ha salutato e benedetto a lungo le famiglie presenti, compresi molti bambini. Possiamo sentire “Benvenuto!” , “Ti vogliamo bene”.

Sotto una tenda, ha poi ascoltato i canti allegri di un coro di esuli, prima di rattristarsi che il Mediterraneo, “la culla di molte civiltà” sia diventato “d’ora in poi come lo specchio della morte”, rievocando “immagini delle piene di piccoli corpi che giacciono sulle rive”.

Ha esortato davanti alla Grecia: “Non permettiamo che i Persiani si trasformino in una cavalla deserta, in modo che questo luogo di incontro diventi un teatro di conflitti! Non lasciamo che questo mare di ricordi diventi il ​​mare dell’oblio”. La presidente Katerina Sakellaropoulou, il vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas e il ministro greco della Migrazione Notis Mitarashi.

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Una quarantina di richiedenti asilo, per lo più cattolici provenienti dal Camerun e dalla Repubblica Democratica del Congo, hanno assistito ad una preghiera per la Madonna che è stata recitata dal Papa.

In precedenza, il 31enne congolese Christian Tango si è rivolto al Papa, ringraziandolo per lo “spirito di umanità” che “mostra” a tutti i suoi “figli immigrati e rifugiati”, prima di chiedergli di pregare per un “posto sicuro in Europa” .

– ‘Siamo umani, non prigionieri -‘

“Siamo esseri umani e rifugiati. Dovremmo essere trattati come esseri umani, non come prigionieri”, ha detto all’AFP il congolese Orfi Madoda, che ha partecipato alla preghiera.

Quasi 900 poliziotti sono stati dispiegati nell’isola greca. Striscioni sparsi qua e là a Mitilene e nei dintorni del campo per accogliere “Papa Francesco” o per denunciare i rimpatri forzati dei migranti in Turchia.

All’aperto, la tendopoli è stata eretta frettolosamente un anno fa, in un ex poligono di tiro dell’esercito sull’isola dell’Egeo, quando gli incendi hanno distrutto la struttura di Moria, allora la più grande d’Europa.

Quando l’isola di Lesbo era la principale porta d’ingresso per decine di migliaia di immigrati in Europa, François Moria l’ha visitata nell’aprile 2016 e ha detto simbolicamente: “Siamo tutti immigrati”.

L’idea del pontificato del Papa, la questione dei profughi resta ancora una volta la pietra angolare del trentacinquesimo viaggio del Papa.

Jorge Bergoglio, lui stesso di una famiglia di immigrati italiani stabilitisi in Argentina, non ha mai smesso di chiedere l’accoglienza di migliaia di “fratelli e sorelle”, senza distinguere tra religione, status di rifugiato o esilio economico.

L’84enne pontefice argentino ha lamentato sabato che “l’Europa continua a rallentare” di fronte all’arrivo di migranti “talvolta vietati” e “strappati dall’egoismo nazionale”, “piuttosto che essere un motore di solidarietà”.

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Ne parlava ad Atene, dove questa è stata la prima visita del Papa in 20 anni.

– Filo spinato e raggi X –

Il papa ha riscontrato a Lesbo una situazione diversa rispetto al 2016, ma una quarantina di Ong ha esortato Francesco ad intervenire per porre fine ai presunti rimpatri forzati degli esuli in Turchia, cosa che Atene smentisce.

In una lettera al Papa hanno anche denunciato l’istituzione di campi in Grecia “chiusi e controllati”, finanziati in parte da fondi europei.

Circondati da filo spinato e chiusi con cancelli a raggi X, tre di questi campi sono già stati aperti sulle isole di Samos, Leros e Kos, mentre i campi di Lesbo e Chios dovrebbero aprire il prossimo anno.

La visita del papa a Lesbo, più breve rispetto al 2016, sarà seguita domenica ad Atene da una messa davanti a circa 2.500 fedeli in una grande sala per banchetti.

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