Nuove scoperte a Pompei forniscono informazioni sulla vita degli schiavi

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Nuove scoperte a Pompei forniscono informazioni sulla vita degli schiavi

Durante gli scavi in ​​una villa vicino alla città italiana, gli archeologi hanno scoperto una piccola stanza che potrebbe aver ospitato degli schiavi. C’erano molti oggetti di uso quotidiano.

Un’esplosione che continua ad affascinare. Gli archeologi hanno scoperto una piccola stanza in una villa vicino a Pompei, in Italia, che certamente aveva la particolarità di contenere gli schiavi, ha annunciato domenica il Ministero della Cultura italiano. Questa scoperta fa luce sullo stato di questa popolazione nel mondo antico.

La residenza romana in questione, Villa Civita Giuliana, situata a circa 600 metri a nord di Pompei, fu distrutta dall’eruzione vulcanica del Vesuvio quasi 2000 anni fa.

“Prematurità” e “Cattiva igiene”

La stanza aveva due letti, uno solo dei quali conteneva un materasso, due piccoli armadi, cofanetti e contenitori di ceramica in cui sono stati trovati i resti di due topi e di un topo.

“Questi dettagli sottolineano ancora una volta le condizioni pericolose e antigeniche in cui vivevano gli strati più bassi della società”, ha scritto il ministero nel suo rapporto.

Oggetti come mobili e vestiti ricoperti di frammenti di roccia, gas e cenere del Vesuvio si sono deteriorati nel corso degli anni. L’iniezione di gesso aiuta a rivelare la forma e i contorni originali di un oggetto scomparso da tempo, come una coperta spiegazzata lasciata su un letto.

“Sembra una fotografia… tuttavia, ha quasi 2000 anni”, ha scritto il ministero.

Un posto derubato dai ladri

Non sono state trovate tracce di cancelli, serrature o catene destinate a catturare gli occupanti della stanza. “Sembra che il controllo fosse esercitato principalmente attraverso la struttura interna della schiavitù piuttosto che attraverso restrizioni e restrizioni fisiche”, ha affermato Gabriel Zuchtrigel, direttore del Parco Archeologico di Pompei.

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Gli scavi sono stati effettuati a Villa Civita Giuliana nel 1907-1908, e poi dal 2017, quando la polizia si è accorta che il sito era stato saccheggiato.

Gli archeologi hanno notato che uno dei letti è stato danneggiato da un tunnel scavato dai ladri per accedere a un’altra parte della villa.

“Nuove Frontiere” per i Ricercatori

La città di Pompei e i villaggi circostanti furono ricoperti di cenere quando il Vesuvio eruttò nel 79 d.C., uccidendo migliaia di romani che non avevano idea di vivere ai piedi di uno dei più grandi vulcani d’Europa.

L’esplosione seppellì la città sotto uno spesso strato di cenere, proteggendo molte persone ed edifici. Il sito sta vivendo una rinascita dell’attività archeologica grazie a una sovvenzione dedicata di 105 milioni di euro (115,58 milioni di dollari) da parte dell’Unione Europea.

“Ciò che apprendiamo sulle condizioni materiali e sulla struttura sociale del periodo apre nuovi orizzonti per la ricerca storica e archeologica”, ha affermato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.

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