Mentre la Francia pensava di aver rassicurato i mercati votando sulla riforma delle pensioni, l’agenzia di rating Fitch l’ha declassata a “AA-“.
L’agenzia internazionale di rating finanziario ha declassato la Francia di un notch a “AA-” a causa del “debito pubblico/Pil” che “rimane su un modesto trend rialzista”. L’agenzia ha anche fatto riferimento ai recenti “movimenti sociali”.
Per Fitch, queste tensioni sociali dovrebbero incidere sulla capacità della Francia di ridurre il deficit e il debito mentre le prospettive di crescita sono inferiori alle attese.
L’agenzia di rating osserva che la Francia si trova in una “impasse politica” e fa fatica a immaginare che il governo possa intraprendere nuove riforme strutturali. Pertanto, “i movimenti sociali (a volte violenti) rappresentano un rischio per il programma di riforme di Macron e potrebbero creare pressioni per una politica fiscale più espansiva o un’inversione delle riforme passate”, ha osservato l’agenzia di rating in un comunicato stampa.
Venerdì sera Bruno Le Maire, ministro dell’Economia, ha risposto con un comunicato stampa. Si è rammaricato della “valutazione negativa” di Fitch, affermando che l’agenzia di rating ha “sottovalutato le conseguenze delle riforme”, in particolare quelle relative alle pensioni.
Dopo aver raggiunto il 4,7% nel 2022, il deficit pubblico francese dovrebbe salire leggermente quest’anno al 4,9% per poi diminuire gradualmente a partire dal 2024, come prevede il governo nel programma di stabilizzazione pubblicato nei giorni scorsi.
La riduzione del debito dovrebbe vedere una spinta secondo il governo, con un debito pari al 108,3% del PIL nel 2027, 4 punti in meno rispetto a quanto precedentemente previsto ma ancora lontano dall’obiettivo europeo del 60%. Era il 111,6% del PIL alla fine del 2022.
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