L’Italia sta reprimendo il contrabbando di visti nelle sue ambasciate, anche in Africa

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L’Italia sta reprimendo il contrabbando di visti nelle sue ambasciate, anche in Africa

In Italia, le autorità hanno lanciato un’ampia campagna contro il contrabbando di visti nelle ambasciate in Africa, Asia e America Latina. dettagli.

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Con il nostro corrispondente da Roma, Anna Trega

Contro l’immigrazione clandestina Italia Ha lanciato un’ampia offensiva contro il contrabbando di visti nelle sue ambasciate in Africa, Asia e America Latina.

Per disattenzione o mancanza di interesse, gli agenti di queste ambasciate rilasciano abitualmente visti illegali ai migranti. Un sistema istituito dalle reti della tratta di esseri umani pagherebbe ai migranti fino a 10.000 euro per tale ingresso legalizzato in Europa.

È così che si creano vere e proprie reti, basate sulla corruzione di funzionari e ambasciate. Di fronte alla gravità della situazione, l’Italia ha temporaneamente sospeso i servizi di visto in Congo.


A Brazzà e Kinshasa, gli agenti di polizia italiani hanno trovato fascicoli vuoti, altri distrutti, e documenti d’identità falsi. Due funzionari italiani sono già stati richiamati a Roma.

Sono in corso indagini anche in Bangladesh, Sri Lanka e Pakistan. A Islamabad, due anni fa, l’ambasciata ha condannato il furto di 1.000 visti Schengen.

In un servizio della televisione privata Rete 4, i trafficanti affermano di poter acquistare 50 visti d’ingresso per l’Italia per 20mila euro, il prezzo della truffa. Se favoriscono l’Italia, dicono, perché ci sono meno restrizioni. Il viaggio così organizzato, biglietto compreso, viene venduto ai migranti per una cifra compresa tra 6 e 10mila euro.

Roma annuncia altri scioperi in Africa e nei Paesi dell’America Latina. Il capo del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, ha dichiarato: “Questa ora è la priorità del governo”.

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