È accusato di rapimento di persone e abuso di potere nell’agosto 2019 per impedire che 147 migranti siano stati salvati in mare da un ente di beneficenza volontario chiamato Open Arms.
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Al via uno straordinario esperimento d’oltralpe. Matteo Salvini, il leader di estrema destra accusato di aver bloccato illegalmente 147 immigrati in mare quando era ministro dell’Interno nel 2019, dovrà spiegarsi davanti a un giudice a Palermo, in Sicilia, sabato 23 ottobre.
Il processo, a cui ha partecipato Matteo Salvini, è iniziato il 15 settembre, ma è stato immediatamente aggiornato. Il processo di sabato dovrebbe essere in gran parte pragmatico, con il giudice Roberto Murgia pronto a decidere sulla testimonianza dei testimoni.
L’ex ministro 48enne è il leader de La Liqui, il partito di estrema destra anti-immigrazione nell’attuale coalizione di governo guidata da Mario Tragi. È accusato di rapimento di persone e abuso di potere nell’agosto 2019 per impedire che 147 migranti siano stati salvati in mare da un ente di beneficenza volontario chiamato Open Arms. Al processo sono rappresentate 23 parti civili, compresi i nove immigrati a bordo.
Matteo Salvini ha rifiutato per sei giorni di fornire un rifugio sicuro a una ONG spagnola ancorata nella piccola isola italiana di Lampedusa (sud della Sicilia). Agli immigrati è stato consentito di sbarcare su ordine di un giudice siciliano, che, dopo un sopralluogo a bordo, ha confermato la gravità delle condizioni di salute sulla nave affollata.
Matteo Salvini, noto per le sue dichiarazioni controverse tra cui l’immigrazione, è stato vicepremier e ministro dell’Interno nel primo governo di Giuseppe Conte da giugno 2018 a settembre 2019.
Ha affermato che la sua confessione era stata ottenuta attraverso la tortura e che la sua confessione era stata ottenuta attraverso la tortura e che la sua confessione era stata ottenuta attraverso la tortura.
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