L'Europa accusa Apple, Google e Meta di violare la DMA

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L'Europa accusa Apple, Google e Meta di violare la DMA

  • I giganti digitali stanno cercando di utilizzare tutti i mezzi per conformarsi ai requisiti DMA.
  • Si prevedono diverse sanzioni per il mancato rispetto delle regole sulla concorrenza.
  • Il 25 marzo la Commissione Europea ha avviato un’indagine nei confronti dei principali gruppi digitali.

Il 25 marzo la Commissione Europea ha avviato una procedura di infrazione contro Apple, Google, Facebook e Amazon.

Questi colossi sono sospettati di non rispettare le nuove regole europee sulla concorrenza nei mercati digitali, una situazione che non passa inosservata a Bruxelles.

L’Unione Europea critica i giganti digitali per non rispettare le regole della concorrenza

Inasprendo i toni contro i giganti della tecnologia, l’Unione Europea ha avviato queste procedure di infrazione, accusandoli di non conformità con il Digital Markets Act (DMA). È entrato in vigore il 7 marzo. Thierry Breton, commissario europeo per gli affari digitali, ha sottolineato che, nonostante gli sforzi osservati sul mercato, ci sono ancora dubbi sul fatto che queste aziende rispetteranno i loro obblighi.

La lobby tecnologica CCIA ha criticato la fretta di Bruxelles in queste indagini, affermando che potrebbero essere politicizzate. In risposta, i gruppi accusati hanno confermato la loro adesione e si sono impegnati a proseguire le discussioni con l’Unione Europea. Le potenziali sanzioni per non conformità sono ora più elevate, fino a 20% del volume degli scambi globaliRispetto al 10% precedente. Bruxelles si è inoltre data il potere di smantellare queste società in caso di violazioni gravi e ripetute, misura deterrente adottata come ultima risorsa.

Google, il colosso della tecnologia, è ancora una volta sotto accusa, con la Commissione Europea che lo accusa di aver causato ciò Preferiva i propri confronti nei risultati di ricerca, a scapito dei suoi concorrenti. Questa pratica ha già fruttato ad Alphabet (Google) una A Multa da 2,4 miliardi di euro nel 2017Ma le soluzioni proposte non furono ritenute soddisfacenti.

Apple: cattivi studenti nell'UE?

Nel frattempo, Alphabet e Apple sono accusate di restrizioni ingiuste nei loro app store, Google Play e App Store. Secondo l'autorità, queste due società limitano la libertà degli sviluppatori di promuovere le proprie applicazioni e di concludere contratti direttamente con gli utenti, imponendo tariffe.

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Apple è già stata giudicata Una multa da 1,8 miliardi di euro per pratiche simili, a seguito di un reclamo di Spotify. Inoltre, la Commissione sta esaminando il nuovo sistema di prezzi di Apple, che potrebbe violare l'obbligo di consentire il download di app da negozi alternativi all'App Store.

Questi casi evidenziano le pratiche monopolistiche dei giganti della tecnologia, con potenziali ripercussioni in Europa e negli Stati Uniti.

La Commissione Europea ha recentemente avviato una nuova indagine nei confronti di Apple, sospettata di non rispettare le regole relative alla disinstallazione delle applicazioni predefinite sul suo sistema operativo iOS, utilizzato nel popolare iPhone. Le autorità temono che il design della schermata di selezione del browser web non limiti sufficientemente la possibilità degli utenti di scegliere un'alternativa a Safari.

Meta: Un nuovo approccio non soddisfa

Anche il colosso dei social media Meta, ex Facebook, è nel mirino della Commissione per le pratiche legate alla raccolta di dati personali. L'azienda è accusata di non aver ottenuto il consenso degli utenti per combinare questi dati a fini di profilazione pubblicitaria.

Meta ha recentemente suggerito A Abbonamento a pagamento per evitare pubblicità mirateMa gli utenti del servizio gratuito devono accettare di condividere i propri dati personali, senza alcuna reale alternativa offerta, secondo Bruxelles.

Amazon: un tema comune all’interno della Commissione Europea

Sotto accusa, infine, anche Amazon, sospettata di favorire i propri marchi di prodotti sulla propria piattaforma di commercio online utilizzando il proprio sistema di riferimento. La Commissione Europea sta studiando attentamente questa pratica, che potrebbe mettere a repentaglio la concorrenza nel mercato dell’e-commerce.

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