L’esercito svizzero utilizza l’intelligenza artificiale e la fantascienza per prevedere il futuro

Chi dice che oggi l’Esercito svizzero pensi soprattutto alla controversia sulla riesportazione dei suoi carri armati Leopard 2, o sull’equipaggiamento dei suoi futuri caccia F-35, o addirittura sui suoi interventi nelle zone colpite dal maltempo? Ma l’esercito ha un lato meno noto: usa le storie di fantascienza per anticipare i disordini futuri. Storie in cui le nuove tecnologie, soprattutto l’intelligenza artificiale, occupano un posto speciale.

All’interno del Ministero federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS), Armasuisse è un centro di competenza diversificato che si occupa di acquisizioni, tecnologie e immobili. Presso Armasuis dal 2013 esiste un programma di ricerca chiamato Deftech, che si occupa di anticipare l’uso delle nuove tecnologie all’interno dell’esercito. Il suo direttore, Quentin Ladito, non va necessariamente ai saloni di armi di tutto il mondo in cerca di innovazioni. “Il mio obiettivo è quello di acquisire informazioni utili per rilevare i segnali deboli nella tecnologia, all’interno dei laboratori di ricerca industriali e universitari, e di considerarne l’uso a livello militare”, afferma.