La tassa sulle transazioni finanziarie in Francia è tornata di nuovo alla ribalta nel bel mezzo della campagna elettorale, ed è indolore per quasi tutti i contribuenti. Sulla base di un rapporto pubblicato martedì 25 giugno, diverse ONG hanno condannato questo fatto “Difetti gravi” Dal recupero di questa tassa, che, a loro avviso, ne nuoce all’efficacia, e dalla richiesta al Ministero dell’Economia e delle Finanze e all’Autorità dei Mercati Finanziari di ripristinare il sistema.
Stimando il deficit tra 1 e 3 miliardi di euro all’anno, queste ONG, tra cui Action Sant Mundial e Oxfam, hanno innanzitutto messo in dubbio la base ristretta di questa tassa, introdotta nel 2012, e che finanzia gli aiuti generali allo sviluppo e il bilancio generale dello Stato. .
Perché l’unica parte del testo votata allora e che è stata applicata riguardava le azioni delle società francesi che erano già state trattate alla fine di una determinata seduta di borsa. Anche in questo caso, a condizione che la loro capitalizzazione di mercato superi il miliardo di euro, il che ne limita il numero a poco più di 120 aziende secondo l’ultimo censimento.
Il risultato: le entrate fiscali francesi sulle transazioni finanziarie ammontavano a soli 1,89 miliardi di euro nel 2022, mentre tasse equivalenti apportano circa 5 miliardi di euro nel Regno Unito e 7 miliardi di euro a Taiwan, Corea del Sud e Hong Kong, conferma il rapporto.
Critica al meccanismo di riscossione
Il sistema francese esenta espressamente le transazioni intraday (“intraday” nella terminologia borsistica), che hanno luogo prima della fine della sessione, comprese quelle legate alle negoziazioni ad alta frequenza, e queste operazioni vengono eseguite in pochi nanosecondi sulla base di computer algoritmi.
Questa osservazione non è nuova: l’indagine della Corte dei Conti, nel 2017, e il rapporto della Commissione Finanze dell’Assemblea Nazionale, nel 2023, hanno già evidenziato le difficoltà nell’ampliamento della base imponibile, ed entrambi lamentano lo “zero” rendimento delle operazioni ad alta frequenza.
Inoltre, la legge prevede un certo numero di esenzioni, che riguardano, tra l’altro, l’acquisto di titoli effettuato durante un’offerta pubblica, il risparmio dei dipendenti e le operazioni volte a garantire la liquidità del titolo. Esenzioni “Molto legittimo” Agli occhi delle ONG, che sono più critiche nei confronti del meccanismo stesso di riscossione delle tasse.
Essi, infatti, devono il mandato di questo gruppo a Euroclear France, un intermediario finanziario privato che, a loro avviso, si trova in una situazione di conflitto di interessi e opera “in totale oscurità” approfittando degli inadeguati controlli delle autorità autorità francesi. .
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