sabato, Novembre 23, 2024

Le Matin – Science Week a UM6P: Internet permetterà di pensare meglio se il contenuto sarà certificato

A margine dell’UM6P Science Week si è tenuto un workshop intitolato “Thinking in the Internet Age”. NS. sardo

C’è un’enorme quantità di disinformazione che circola su Internet. Per separare l’errore dalla verità, gli utenti devono essere addestrati fin dalla tenera età ad armarsi di scetticismo per porre le domande giuste. Solo così Internet potrà adempiere a uno dei suoi compiti principali: aiutare le persone a pensare meglio.

Internet ti permette di pensare meglio? Sì, secondo Rachid El Karaoui, professore all’EPFL di Losanna. Internet può essere un ottimo strumento per pensare e apprendere, come ha spiegato durante il seminario intitolato “Pensare nell’era di Internet”, organizzato durante la Settimana della scienza, che si è svolta dall’1 al 7 novembre a Benguerir.
Questo strumento dà accesso a piattaforme come YouTube, che è carico di conoscenza. Ci sono persone che sono molto avanzate su argomenti molto specifici e hanno la capacità di spiegarli con una semplicità snervante. Ma questo strumento è “pieno anche di ciarlatani” che affermano di fornire informazioni corrette e in aggiunta pagano per questo, avverte Elkrawi. Ecco quanti milioni di video abbondano su internet e ha il potere di farci credere facilmente.
Per distinguere tra vero e falso in questo universo, Ghraoui introduce l’idea che il cittadino di Internet sia addestrato a fare questa distinzione ea giudicare la rilevanza delle informazioni su Internet. Ma come si forma un cittadino online? Mentre molte persone credono che i giovani dovrebbero essere tenuti lontani da Internet, Al-Karawi crede che dovrebbe essere insegnato loro a leggere online a scuola. “Dobbiamo insegnare loro ad armarsi di scetticismo quando fanno ricerche su Internet”, spiega. Perché una certa dose di scetticismo permette di pensare e dare, ad esempio, più credibilità alle informazioni ricevute da organizzazioni interessate alla propria immagine di marca rispetto a quelle pubblicate da un individuo discutibile.
Inoltre, i colossi di Internet (Google, YouTube, ecc.) che pagano i video più visti senza verificare realmente il contenuto e la correttezza delle informazioni contenute in tutti i loro video rappresentano un serio problema. Come abbreviare questo circolo vizioso si chiede il narratore. Una sfida tecnica è diventata rapidamente oggetto di ricerca accademica in molti paesi. L’idea è quella di creare una tecnologia che permetta di certificare il contenuto per garantirne l’autenticità o l’accuratezza.

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