Tornare indietro nel tempo a Nemours grazie agli scavi archeologici effettuati nelle cave di sabbia, a Parigi secondo le piaghe che da secoli affliggono cadaveri e anime o a Tolosa per incontrare le mummie e le fantasie che ne sono complici. L’area è ricca di emozionanti mostre temporanee.
Le grandi epidemie della storia negli archivi nazionali
Nell’imponente scalinata dell’Hotel de Soubise, a Parigi, veniamo accolti da uno strano dandy. Sorridendo con tutti i suoi denti, questo spettro ci invita a un viaggio attraverso le epidemie del passato. In un tragico affresco, Varandole scopre i tristi mietitori che hanno decimato la popolazione d’Europa. La lebbra e la peste nera nel Medioevo; Poi vaiolo fino al XXe cento anni; colera, tifo, difterite e tubercolosi nel XVIIIe e XIXe Secoli. Polio e HIV nel XXe cento anni; Corona virus nel ventunesimoe Un secolo senza dimenticare l’influenza, i cui focolai non sono mai stati mitigati.
La mostra svela una selezione di documenti dell’epoca “I livelli di conoscenza di queste malattie si sono evoluti nel corso dei secoli, così come i mezzi di controllo”.spiega Vanessa Zulusi, co-curatrice. Numeri macabri ce lo ricordano, fino al 18e Un secolo fa, i nostri antenati soffrivano di questi parassiti senza mezzi di lotta significativi. Nell’anno 1348 il registro dei morti del villaggio di Geoffrey, in Saône-Loire, elenca i nomi delle persone uccise dalla peste nera, che avrebbe ucciso seicentoventidue persone, da luglio a novembre, contro una ventina all’anno Generalmente. un La danza della morte Sei il quindicesimoe Il corno, dipinto nella chiesa di Saint-Germain-de-la-Ferte-Looper, nell’Yonne, dichiara che ogni persona, ricca e povera, finisce allo stesso modo. Gli fa eco il poema sinfonico di Camille Saint-Saëns (1874).
Ma il più sorprendente è altrove. Ieri come oggi, risuonano le reazioni di uomini e donne, che hanno affrontato questi flagelli: a tre anni dal Covid-19, ci suonano familiari. Tuttavia, la mostra era programmata prima della pandemia.Lucille Duchene, un altro commissario, se ne va. La fuga di chi se lo può permettere, per esempio. Nel suo famoso libro Decameron (1349-1353), Boccaccio racconta come dieci giovani della borghesia fiorentina si rifugiarono sulle colline toscane, volendo sfuggire alla peste.
Voci e designazione del capro espiatorio. Il massacro degli ebrei di Strasburgo, 14 febbraio 1349, è qui illustrato. O questo rapporto della polizia del 1832 che racconta come una folla inferocita accusò uno studente di medicina, venuto a curare un malato di colera, di essere velenoso. Quindi fermare il commercio, chiudere i confini e mettere in quarantena. Innumerevoli regolamenti rivelano l’immutabilità di queste misure per frenare il male.
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