Art. n.
13 gennaio 2022
ogni stagione, Art. n. Insieme a Gucci, presenta una panoramica del talento emergente che incarna il dinamismo della scena artistica francese. Oggi si è concentrato sull’artista Kim Farkas e sulle sue sculture cast, luoghi di incontro tra tradizioni passate e fantasie futuristiche.
Kim Farkas indossa una camicia in popeline di cotone, pantaloni in lana e seta e cintura GUCCI
In tutte le sue sculture e installazioni, Kim Farkas ha rifiutato la scienza dei materiali speculativi Funzionava con poli opposti. Dalle loro aree di attrito, e dai loro punti di contatto, deriva la forma: l’artista classe 1988 presenta, facendola evolvere, crescere ed evolvere, un involucro rettangolare decorato con riflessi liquidi del velenoso. Sbalordito, come mosso da un palpito soffocato, questa persona circonda e digerisce le tante cose che esistono: tanto cemento estratto dall’economia merceologica del mondo reale da essere reimmesso nel cuore dell’economia simbolica delle stanze. Questa polarità opposta si riferisce più precisamente alle molteplici modalità di incontro tra credenze abissali e globalizzazione postfordista.
16-20 (2020) di Kim Farkas. Composti personalizzati, molle in ottone, note di incenso funebre e pietre reiki. 37,5 x 7,5 cm.
In opere recenti dell’artista francese di Peranakan e di origini americane, tracce superficiali, risultanti dalla riallocazione delle tecniche del fai da te – dal tuning all’hacking – vengono in parte rimpatriate dal contatto con oggetti ricordo provenienti dalla produzione export destinati alla comunità asiatica all’estero – pezzi reiki o carte votive. L’appartenenza post-normale di parti simili agli organi epifiti o ai dotti dell’apparato digerente In assenza del corpo, Kim Farkas arriva per purificazione graduale del suo organo di riferimento, allontanandosi dalla rappresentazione a favore della presentazione.
Kim Farkas indossa un cappotto in cotone e montone di GUCCI
Mentre studiava alle Belle Arti di Parigi, Kim Farkas iniziò a versare le teste in resina lucidata, mantenendo così la somiglianza con l’umanità aumentata, o almeno cambiandola, come dalla fantascienza: teste aliene, che sarebbero poi diventate conchiglie. Il dotto, il tubo o l’addome, a seguito della trasformazione delle prime teste, queste forme oblunghe che attualmente occupano, conservano comunque risonanza con il corpo – con un corpo specifico. Ma se a prima vista questo essere umano non è altro che un essere umano, non è di tutta questa immaginazione: riflette piuttosto, attraverso il suo aggravamento o estremismo, la porosità contemporanea di un corpo che si interseca immediatamente con i flussi non umani che dillo corrispondentemente. . nel suo articolo tentacoli più lunghi della notte [“tentacules plus longs que la nuit”] Pubblicato nel 2015, ultima parte di una trilogia dedicata “all’orrore della filosofia”, il filosofo Eugene Thacker invoca la figura del “tentacolo” pensato per denotare il significato di un mondo contemporaneo che trascende la moderna opposizione tra dentro e fuori, in linea con con la serie manga Uzumaki pubblicata tra il 1998 e il 1999 da Junji Ito. Immagina una città trasformarsi gradualmente in un vortice: la figura inizia a informare tutti i suoi elementi, dai fili d’erba alle case, fino a divorarne gli abitanti, che impazziscono e li guidano in una frenesia omicida. Il filosofo dice: “La follia dei cittadini è ispirata dalla dualità: la presenza tangibile della spirale unita alla sua astrazione intangibile”. Gli involucri tubolari di Farkas hanno una relazione simile con la morfologia, sottolineando il fenomeno più diretto della “creolizzazione” sociale – come suggerisce l’artista. Le loro forme complesse e resistenti si incarnano quanto fluide e increspate, in presenza di diaspore nel mondo della memoria, strati geografici, economici e immaginari, chiamati a plasmarsi come entità in assenza di totalità.
21-24 (al dettaglio) [2021] Di Kim Farkas, Cabinet compositi, altoparlanti, video e subwoofer (11 min, 58 sec).
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