I negoziati in corso al Cairo tra Israele e Hamas sono sull’orlo del collasso a causa dell’insistenza di Hamas sul ritiro delle forze israeliane dal Corridoio Filadelfia, un’area strategica al confine tra Gaza e l’Egitto dove sono stati scoperti diversi tunnel. Un alto funzionario di Hamas ha confermato alla televisione Al-Mayadeen di Hezbollah che i colloqui di sabato sera non hanno portato ad alcun progresso. La delegazione di Hamas, guidata da Khalil Al-Hayya, partecipa alle discussioni in qualità di “osservatore” e non intende negoziare direttamente. Da parte sua, Israele ha segnalato domenica mattina la necessità che una squadra di negoziatori si rechi nella capitale egiziana in giornata.
Le tensioni sono aumentate dopo che Hamas ha respinto la proposta israeliana di mantenere una presenza parziale lungo il corridoio di Filadelfia, un compromesso sostenuto dall’Egitto. Inoltre, Hamas si oppone fermamente a qualsiasi presenza israeliana nel corridoio Netzarim. Sembra che la motivazione dietro questa linea dura sia il desiderio del leader di Hamas Yahya Sinwar di provocare un’escalation regionale che includa l’Iran e Hezbollah, soprattutto da quando Teheran ha avvertito che avrebbe attaccato Israele se i negoziati fossero falliti.
Da parte sua, Israele ha recentemente aumentato le sue richieste nell’ambito della tregua, chiedendo il rilascio di cinque ostaggi vivi ogni settimana, invece dei tre inizialmente previsti. I rapporti indicano anche che Israele si è offerto di ritirarsi da cinque degli otto punti di sicurezza individuati nel corridoio di Filadelfia, ma Hamas ha rifiutato questa offerta.