Una delle storie ricorrenti che spinge i ricercatori su questa strada è quella di parenti di persone anziane con demenza che, prima della fine, Sembra aver riacquistato alcune capacità cognitive, anche i ricordi. Per lo meno, coloro che erano stati in uno stato semi-comatoso prima sembravano aver ripreso conoscenza. A questo punto questo fenomeno prese un nome: massima chiarezza (o chiarezza paradossale). Come riassunto in un articolo di opinione recentemente apparso in Scientifico americanoMolti dottori Finito per spiegarlo come segno della fine che si avvicina.
Ma è così attività cerebrale che prima non c’era. Che cosa lo causa e può essere misurato?
Si può fare un paragone con quest’altra ricerca che, nell’ultimo decennio, ha mostrato un aumento dell’attività cerebrale negli umanie altri negli animali che ha subito un arresto cardiaco ed è stato rianimato appena in tempo. Ogni volta, i ricercatori hanno osservato l’attività a livello delle onde cerebrali gamma, nei primi minuti dopo l’arresto cardiaco. IL dominio delle onde (o oscillazioni gamma) sono quelle tipicamente associate alla veglia, al “risveglio” e al richiamo di ricordi.
L’implicazione di questo fenomeno è che ci sono ancora reti di neuroni nel cervello che – nel caso dei malati terminali – sembrano essere definitivamente spente, ma sono “svegliate”.
È possibile che questo sia un meccanismo di difesa del cervello: “sente” che l’apporto di ossigeno si sta esaurendo e cerca in tutti i modi di ripristinare questo flusso. Traducendosi in questa maggiore attività – l’equivalente di una macchina che attinge alle proprie riserve di carburante – può generare due meccanismi fisiologici – il paziente che inizia a respirare più forte – fuori dal cervello – e il ritorno di ricordi sepolti o pazienti che riferiscono una visione a tunnel e intense leggero. o, in casi estremi, Il paziente riprende a parlare E ricorda i ricordi.
Gran parte delle spiegazioni riassume Scientifico americano, è l’impostazione predefinita. Il cervello rimane una “macchina” e ancora non sappiamo molto su come funzioni. Ma anche la ricerca ha imparato molto negli ultimi 20 anni, tanto da poter concludere che un tale aumento di attività in una tale regione del cervello porta necessariamente all’emergere di ricordi, immagini mentali e capacità cognitive. Se queste conoscenze mediche possano aiutare a ripristinare brevemente il contatto con i malati terminali rimane una questione aperta.
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