La Lega Calcio italiana ha annunciato lunedì la sua decisione sulle gare per la distribuzione dei diritti televisivi per il periodo 2024-2029.
Molti telespettatori si aspettavano il peggio e invece così non è stato. La Lega Serie A ha bandito da diverse settimane il bando per i diritti tv della Serie A per il biennio 2024-2029 e mentre gli sportelli si moltiplicavano, l’importo denunciato era in forte calo. L’accordo precedente prevedeva che le emittenti DAZN e Sky spendessero 927,5 milioni di euro a stagione per un contratto triennale.
Le autorità sportive italiane, consapevoli dell’attuale situazione economica in cui le emittenti tendono a razionalizzare le proprie spese, hanno spinto per una modifica alla “Legge Melandry” che imponeva un ciclo triennale per i diritti audiovisivi. Primo componente comfort sostituito per un periodo di cinque anni.
DAZN mantiene il controllo della Serie A
Sul tavolo sono state messe diverse ipotesi: la possibilità di trasmettere una partita in chiaro in una giornata di campionato per attirare telespettatori, l’arrivo di GAFA, la creazione di un canale interno alla Lega calcio italiana, finanziato con fondi pubblici. Investimenti… Vengono forniti anche molti fondi. Miliardi di euro garantiti a stagione.
Alla fine, il campionato italiano e 20 club hanno deciso di restare nell’ordine tradizionale (4,5 miliardi garantiti). DAZN e Sky si sono aggiudicate i diritti televisivi per le prossime cinque stagioni secondo la seguente ripartizione: DAZN ha 10 partite al giorno ma solo 7 partite in totale, le altre 3 sono “condivise” con la co-emittente Sky. Questi si sono incontrati. Il calo rispetto al ciclo precedente è stato solo del 2,96%.
Bonus succosi in arrivo nei club italiani?
Questi 900 milioni sono benvenuti e potrebbero includere anche un bonus. DAZN ha infatti offerto un meccanismo di compartecipazione alle entrate che ha finito per attrarre i club. Si potrebbe quindi aggiungere un altro miliardo di euro in funzione dell’aumento dei ricavi legati agli abbonamenti alla piattaforma televisiva DAZN. Ciò potrebbe portare l’importo totale dell’impegno a 5,5 miliardi di euro in cinque anni per i diritti nazionali, senza contare quindi i diritti internazionali.
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Contattata da RMC Sport, la Lega Calcio Serie A ha confermato che il bonus si basa solo sugli introiti legati agli abbonamenti e non sugli spettatori come sostenuto da diversi media transalpini.
Questo meccanismo consente a DAZN di influenzare il suo livello di assunzione del rischio e di condividerlo con i club. Se i 20 club di Serie A vogliono aumentare i diritti tv aprendo il meccanismo del revenue sharing, devono stare al gioco e aprire un po’ le porte, il prodotto deve essere attraente dal punto di vista dell’audience, così che più italiani si abbonino alla piattaforma.
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