Diecimila passi e più. Muoversi fa bene alla mente. Per analizzarne il funzionamento, un team di ricercatori giapponesi dell’Istituto di scienze della salute e dello sport dell’Università di Tsukuba (Giappone) ha esaminato la dimensione delle pupille, che è un segno di uno stato cerebrale risvegliato. In Lo studio è stato pubblicato il 26 luglio sullo Scientific Journal quadro nervosoHanno dimostrato che gli esercizi, anche quelli leggeri, hanno effetti positivi sulle funzioni esecutive, necessarie per abituarsi alla nuova situazione e che consentono, tra le altre cose, di pianificare azioni, valutare pensieri, ecc.
Nello specifico, metà dei 24 giovani adulti sani hanno svolto esercizi di moderata intensità su una bicicletta, come camminare o fare yoga, per dieci minuti. Hanno eseguito un cosiddetto test “stroboscopico” 6 minuti e 30 secondi prima e dopo l’esercizio. Questo strumento viene utilizzato in neuropsicologia e consiste nel nominare il colore delle parole, alcune delle quali sono nomi di colori: ad esempio, la parola “giallo” può essere scritta in verde. È specificamente destinato a valutare gli interessi. La frequenza di ammiccamento e il diametro della pupilla sono stati registrati prima, durante e dopo l’attività. I ricercatori hanno anche utilizzato strumenti di imaging ottico per osservare come il cervello dei partecipanti rispondeva a uno specifico compito cognitivo.
“Pertanto, il lavoro ha dimostrato che l’attività della pupilla può fornire indizi sugli stati cerebrali legati alla vigilanza, all’attenzione e all’attività della rete corticale.”Lo studio conferma che lo studente è un riflesso dello stato psicologico.
Diametro della pupilla, un nuovo segno vitale
Le stesse misurazioni sono state effettuate sull’altra metà dei partecipanti, che sono rimasti sedentari. La conclusione del team: le pupille si dilatano durante l’esercizio e l’entità della dilatazione è un indicatore di un miglioramento della funzione esecutiva frontale. Più le pupille si dilatano durante l’allenamento, migliore sarà la funzione cognitiva al momento del test effettuato al termine dell’esercizio. Secondo loro, il diametro della pupilla potrebbe rappresentare un nuovo biomarcatore utilizzato per valutare gli effetti dell’esercizio fisico sulla funzione cerebrale. Ciò indica che anche un’attività fisica leggera migliora il funzionamento della corteccia prefrontale e della funzione esecutiva. Tuttavia, lo svantaggio notato dai ricercatori è che la dimensione ridotta del campione e il numero ridotto di donne, solo tre, richiedono, a loro avviso, una ricerca più approfondita.
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