Informazioni cruciali erano nascoste nei dati raccolti dalla sonda Magellano. Lanciato dalla NASA nel 1989, il veicolo spaziale ha effettuato la prima mappatura della superficie di Venere e misurato il campo gravitazionale di questo pianeta “fratello” della Terra. E si è scoperto che tra le immagini raccolte dalla sonda più di 30 anni fa, alcune contenevano prove di una recente eruzione vulcanica su Venere.
La NASA ha appena rivelato l’informazione che questa scoperta è stata fatta consultando i dati di Magellan per prepararsi alla futura missione Verità, onestà (Venus Radiance, Radio Science, Infrascopia, Topografia e Spettroscopia). « Non mi aspettavo davvero di avere successo, ma dopo circa 200 ore confrontando manualmente immagini da diverse orbite di Magellano, ho visto due immagini della stessa area a distanza di otto mesi che mostravano cambiamenti geologici rivelatori causati da un’eruzione vulcanica. ha spiegato il professor Robert Herrick, professore di ricerca presso il Fairbanks Institute of Geophysics presso l’Università dell’Alaska e membro del team Veritas.
Nella prima immagine radar, risalente al febbraio 1991, i ricercatori hanno rilevato un camino vulcanico approssimativamente circolare che copriva un’area di circa 2,5 chilometri quadrati. Ha mostrato segni di colate laviche sulle sue pendici esterne. Otto mesi dopo, in ottobre, le immagini radar hanno mostrato che il camino aveva raddoppiato le sue dimensioni e si era deformato.
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La missione Veritas mapperà Venere in alta risoluzione
L’eruzione vulcanica è avvenuta a livello di Maat Mons, uno dei più grandi vulcani di Venere insieme a Oza Mons, situato vicino all’equatore del pianeta. Per confermare ciò che hanno visto, Robert Herrick e il collega Scott Hensley del Jet Propulsion Laboratory della NASA hanno creato modelli computerizzati per testare diversi scenari di eventi geologici che potrebbero aver cambiato l’aspetto della bocca vulcanica. Nel loro articolo scientifico pubblicato in ScienzeE Spiegano di essere giunti alla conclusione che solo un’eruzione vulcanica può spiegare questi cambiamenti.
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Ora, i ricercatori si affidano alla missione Veritas per confermare con maggiore forza che Venere è effettivamente vulcanicamente attiva. La missione dovrebbe decollare entro un decennio. Dotata di un radar ad apertura sintetica e di uno spettrometro nel vicino infrarosso, la sonda produrrà le prime immagini topografiche e radar ad alta risoluzione di Venere. VERITAS misurerà anche il campo gravitazionale per determinare la struttura dell’interno del pianeta. Oltre all’attività vulcanica, gli scienziati sperano di rivelare tracce passate e presenti di acqua e rispondere a diverse domande chiave sull’evoluzione dei pianeti rocciosi.
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