sabato, Novembre 23, 2024

La mancanza di sedi per i presidenti dei club è un ostacolo allo sviluppo

Il fatturato complessivo dei club del campionato è di 120 milioni, coinvolgendo in Italia 16,5 milioni di persone, ovvero +52% negli ultimi 4 anni, secondo lo studio StageUp – Ipsos.

La stagione regolare si è chiusa con una media di 4.109 spettatori a partita (+9,2% 2022-23) e il 76% di audience televisiva sul canale gratuito Dmax. Quanto è soddisfatto il Presidente di questi dati?

“Molto, soprattutto, come dico sempre, sono le statistiche che attestano la qualità di un programma. Penso che a livello di campionato stiamo facendo bene e i risultati si vedono. Tutti gli indicatori sono in crescita. In sala si hanno raggiunto il record di presenze dal 1991-92 (una media di 4.236 spettatori), ndr), anche se la maggior parte degli impianti sono gli stessi di 30 anni fa, e la rotazione tra squadre retrocesse e promosse è sfavorevole è circa al 90%: questo significa che il pubblico apprezza.”

Anche in televisione gli spettatori sono aumentati, anche se siamo lontani dal calcio nei valori puri.

“Ci aspettiamo un altro miglioramento durante i playoff, ma dal lato audiovisivo dobbiamo espandere il discorso a tutto ciò che produciamo come organizzatori di eventi, abbiamo dedicato molto tempo a creare co-contenuti per il prodotto della competizione, la partnership con Dazn, Penso alle conversazioni di Trinchieri con i suoi colleghi o ai documentari che hanno seguito Brescia adottando un linguaggio che avvicini la cronaca a oggi. Stiamo cercando di fare il necessario.

Come si traduce tutto questo a livello economico?

“La gestione del campionato è passata da appena 6 milioni a quasi 12 milioni l’anno, compresi diritti audiovisivi e commerciali, grazie alla collaborazione con Infront. E anche a livello di club stiamo assistendo a una crescita dei ricavi da sponsorizzazioni e pubblicità.

Quanto incide l’annoso problema dell’ingegneria degli impianti nei piani di espansione del basket italiano?

“Molto. L’impossibilità di cambiare gli stadi, non solo in termini di capienza ma anche di servizi, è un ostacolo allo sviluppo. Da Conte a Bologna, da Tortona a Venezia, da Brindisi ci sono progetti più o meno concreti. Napoli cerchiamo di essere di stimolo alle amministrazioni locali, ma gli stadi in Italia sono difficili da vedere, anche gli impianti coperti sono limitati.

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