La Germania, la forza trainante dell’economia europea negli anni 2000, è oggi in preda ad un’anemia allarmante. Lunedì 15 gennaio, in una conferenza stampa, l'Ufficio statistico tedesco (Destatis) ha annunciato che nel 2023 il PIL si contrarrà dello 0,3%. Anche se il calo può sembrare lieve, la più grande economia della zona euro minaccia in realtà di fermarsi. In effetti, il suo rendimento è molto inferiore a quello delle grandi potenze. Destatis ha osservato che dal 2019 il PIL è cresciuto solo dello 0,7%, rispetto al 4% dell’Unione Europea, al 7,5% degli Stati Uniti e al 20,1% della Cina.
“Lo sviluppo generale dell’economia tedesca è in fase di stallo, in un contesto ancora caratterizzato dalla crisi”.“, ha dichiarato Ruth Brand, responsabile dell'ufficio. La Germania, che finora ha fatto affidamento sulla propria industria e sulle esportazioni, soffre di una combinazione di effetti dannosi. Nonostante il recente calo, l'aumento dei prezzi in tutti i settori, soprattutto in quello energetico, ha indebolito la Si aggiunge inoltre che il deterioramento delle condizioni di finanziamento associato all’aumento dei tassi di interesse e il rallentamento della domanda, sia all’estero che in patria, hanno fatto il resto.
Il calo più impressionante riguarda l’industria, che rappresenta circa un quarto della creazione di ricchezza oltre il Reno. Escludendo l’edilizia, la produzione di manufatti è diminuita del 2% nel 2023, principalmente a causa della debolezza La produzione di energia e le industrie ad alta intensità energetica si contraggono per il secondo anno consecutivo. Il calo dei prezzi dell’energia non ha consentito a queste specialità, soprattutto chimica e acciaio, di compensare le perdite subite dall’inizio del 2022. La loro produzione è ancora inferiore di circa il 20% rispetto al livello del 2021, il che preannuncia perdite permanenti di posti di lavoro in questi settori tradizionali. industrie. Settori del “Made in Germany”.
Colpisce anche il calo dei consumi delle famiglie (-0,8% su un anno e -1,5% dal 2019). L’elevato tasso di inflazione, pari in media al 5,9% nel 2023, è la ragione principale di questo calo, che è senza dubbio rafforzato dalla mancanza di fiducia nel futuro, nonostante il calo dei tassi di disoccupazione. Ma anche lo Stato tedesco ha ridotto il suo raggio d’azione: Destatis rileva che per la prima volta in vent’anni la spesa pubblica è diminuita dell’1,7% nel 2023, a causa della cessazione delle misure restrittive per contrastare l’epidemia di Covid-19.
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