Si prevede che la seconda economia mondiale assisterà a una progressione del PIL quest’anno del 2,7% e poi del 4,3% l’anno prossimo, rispetto al 4,3 e all’8,1% inizialmente previsti.
Martedì la Banca Mondiale ha drasticamente abbassato le sue previsioni di crescita per la Cina quest’anno e nel 2023, nel contesto di un rallentamento legato al Covid-19 e alla crisi immobiliare. La seconda economia più grande del mondo dovrebbe vedere il PIL crescere del 2,7% quest’anno e poi del 4,3% l’anno prossimo, secondo la Banca Mondiale. La sua previsione precedente a giugno era rispettivamente del 4,3 e dell’8,1%.
Sul fronte sanitario, la Cina ha improvvisamente cambiato volto all’inizio di dicembre e ha revocato la maggior parte delle restrizioni anti-Covid in vigore da quasi tre anni, da quando i primi casi sono comparsi a Wuhan (al centro) alla fine del 2019. Ora gli esperti paura che il paese non sia pronto per questo. ondata di contagi Questo è associato alla riapertura, mentre milioni di anziani e vulnerabili non sono vaccinati. La capitale cinese e i suoi 22 milioni di abitanti sono stati particolarmente colpiti dall’ondata di inquinamento senza precedenti dall’inizio dell’epidemia, che si è propagata alla velocità della luce negli ultimi giorni.
La traiettoria incerta della pandemia
Le prospettive di crescita della Cina sono a rischio significativo.sottolinea la Banca mondiale, rilevando in particolare La traiettoria incerta della pandemia et al “Comportamento familiare e aziendale”. Temendo di contrarre il virus covid, molti cinesi restano a casa, penalizzando fortemente i consumi mentre molti negozi sono chiusi.
Allo stesso tempo, il paese sta attraversando Una crisi immobiliare senza precedenti, storicamente un motore di crescita in Cina. Il settore, in cui le costruzioni rappresentano oltre un quarto del PIL del Paese, ha sofferto dopo le misure adottate da Pechino nel 2020 per ridurre il debito delle imprese. Dopo anni di aumenti vertiginosi, le vendite immobiliari stanno ora diminuendo in molte città. E molti promotori stanno lottando per la loro sopravvivenza, indebolendo l’intero settore delle costruzioni e migliaia di imprese. Le tensioni in corso nel settore immobiliare potrebbero avere ramificazioni macroeconomiche e finanziarie più ampie.avverte la Banca mondiale.
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