Con il nuovo Codice del lavoro, approvato lunedì 1 maggio dal Consiglio dei Ministri, il governo di Giorgia Meloni attacca ora le prestazioni sociali, con l’obiettivo di incoraggiare i giovani a trovare lavoro.
Lunedì 1 maggio il Consiglio dei Ministri ha approvato la nuova legge sul lavoro, voluta dal governo di Giorgia Meloni. Composto da sette provvedimenti, questo “decreto lavoro” (legge sul lavoro in francese: ndr) arriva “per onorare i lavoratori in questo giorno solenne e dare loro le risposte che si aspettano”, a discrezione del presidente del consiglio.
Tra le misure adottate c’era l’abolizione del “reddito di cittadinanza”, introdotto dal governo a cinque stelle nel 2019 e mirato alle fasce più povere a beneficio di milioni di persone. Questo aiuto è stato sostituito da un “controllo di inclusione” con un ambito più limitato.
Entrerà infatti in vigore il 1° gennaio 2024. Mira a combattere “la povertà, la fragilità e l’esclusione sociale”.
«Riformiamo il reddito di cittadinanza per fare la differenza tra chi può lavorare e chi no», ha giustificato Giorgia Meloni.
A differenza del Reddito di Cittadinanza, che era destinato a chiunque avesse un reddito modesto, l’Assegno di Inclusione è riservato a famiglie comprendenti minori, persone con disabilità o persone di età superiore ai 60 anni.
Tale assistenza può arrivare fino a 500 euro al mese (e fino a 630 euro per le famiglie con più di 67 anni o disabili gravi), a cui si aggiungeranno 280 euro per le famiglie non proprietarie di una casa.
L’Assegno di Inclusione è concesso per un periodo di diciotto mesi. Tuttavia, può essere rinnovato per dodici mesi dopo un periodo di attesa di un mese.
Per averne diritto è necessario aver risieduto in Italia per almeno cinque anni ed essere in possesso di un “Indice di Condizione Economica Equivalente” (Indice della situazione economica equivalente in italiano) non superiore a 9360 euro. Questo indicatore consente di valutare la situazione economica delle famiglie che intendono richiedere prestazioni sociali agevolate.
Formazione obbligatoria
Oltre alla “verifica di inclusione”, il governo italiano creerà uno strumento che faciliterà “l’accesso all’attività”. Questa misura si applicherà dal 1° settembre 2023. Così, per le persone che sono in grado di lavorare, “diventa obbligatoria la partecipazione a corsi di formazione, qualificazione professionale o progetti utili alla società”, ha precisato l’agenzia. stampa italiana io dimentico.
Con un valore di 360 euro, la durata massima di tale assegno non rinnovabile è di dodici mesi.
Inoltre, questa nuova legge sul lavoro prevede anche l’allentamento dell’assunzione con contratto a tempo determinato e l’esenzione dai contributi del datore di lavoro per un periodo di un anno per le aziende che impiegano i beneficiari dell’Inclusion Check con contratto a tempo indeterminato o come “apprendista”.
L’obiettivo dichiarato è quello di stimolare l’occupazione e incoraggiare i giovani a trovare lavoro nella terza economia dell’area euro dove il tasso di disoccupazione tra i 15 e i 24 anni (22,4% a febbraio) è quasi tre volte superiore alla media nazionale (8%).
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