Intervista ad Aurélien Barao: “Il riscaldamento globale è solo una piccola parte del problema”

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Intervista ad Aurélien Barao: “Il riscaldamento globale è solo una piccola parte del problema”

La COP28 viene presentata come storica. Cosa ne pensi?

La cosa storica è che per la prima volta venne usata la frase “combustibili fossili”: questa È un tartafiano. Anche se questa COP adottasse misure radicali, non sarebbe di grande beneficio, perché Non è questo il problema: il collasso è sistemico“.

Durante queste COP, le conferenze delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e su quali temperature e gradi non dovrebbero essere superati vengono discusse con regolarità nel tentativo di evitare il peggio. Ci ha spiegato che la scienza ci permette di dimostrare che “il riscaldamento globale è solo una (piccola) parte del problema”. Che cosa vuoi dire con questo?

Concentrarsi soprattutto sul riscaldamento globale ci permette di rassicurarci.

Il riscaldamento globale non gioca e non ha giocato alcun ruolo in questo fenomenoLa scomparsa dei vivi. È la crisi di senso che stiamo vivendo. Non è solo un problema tecnico, è il nostro rapporto con il mondo che va messo in discussione. Concentrarsi soprattutto sul riscaldamento globale ci permette di rassicurarci. Ci rassicuriamo dicendoci che sarà solo un problema di ingegneria. Il riscaldamento globale è il più semplice dei nostri problemi. Tutto ciò a cui la nostra comunità di ingegneri può pensare esiste ed esiste soltanto“.

È la nostra concezione della vita in generale che necessita di una revisione?

Per ora, la vita si è atrofizzata e materializzata. Ciò che chiamiamo realtà aumentata è la realtà aumentata. La vita non sono i video di gattini su YouTube: è l’emergere dell’altro, la scoperta, l’inaspettato. Non ha nulla a che fare con ciò che ci offrono i social network. Tutta questa “debolezza tecnologica” crea dipendenza“.

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Secondo lei le soluzioni tecnologiche contribuiscono effettivamente al collasso… in che modo?

Da un punto di vista realistico, le soluzioni tecniche non funzionano. Ma continuiamo a perpetuare questo pensiero magico e a farci credere in Babbo Natale, dopo aver dimostrato per un secolo che la tecnologia non può fornire soluzioni al problema che dobbiamo affrontare. Il nostro problema non è tecnico: è assiologico, ontologico e cosmologico. Le soluzioni tecnologiche sono quindi doppiamente stupide: non raggiungono gli obiettivi prefissati e ci imprigionano in un’ideologia: come possiamo continuare nella stessa direzione, quando il problema è esattamente la tendenza?“.

Il nostro problema non è tecnico: è assiologico, ontologico e cosmologico.

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