Oltre sei tonnellate di “precursori” chimici sequestrati “avrebbero permesso di produrre più di 63 milioni di compresse di MDMA”, ha dichiarato lunedì 1° luglio la polizia doganale italiana in un comunicato stampa.
Un grave sequestro. Lunedì 1 luglio le autorità italiane hanno annunciato il sequestro di oltre sei tonnellate di “precursori” chimici provenienti dalla Cina, per un valore stimato di 630 milioni di euro.
Un imprenditore italiano di Milano è stato sottoposto ad indagine preliminare e due cittadini cinesi sono stati arrestati nei Paesi Bassi nell’ambito di un’indagine condotta con l’aiuto dell’agenzia giudiziaria europea Eurojust, si legge in un comunicato stampa della polizia doganale italiana.
Gli investigatori hanno sequestrato “un totale di 6.337 tonnellate di precursori di droghe provenienti dalla Cina, che avrebbero permesso di produrre più di 63 milioni di pillole di MDMA”, si legge.
Sequestro doganale all’aeroporto di Milano
All’aeroporto di Malpensa, nel nord Italia, il sequestro è stato effettuato nel corso di un’ispezione di merci dichiarate alla dogana come aventi “verniciatura a polvere di poliestere” ma che in realtà contenevano “granelli di polvere bianca e scaglie giallastre” non conformi.
La polvere, analizzata in laboratorio, era PMK, un precursore dell’ecstasy comunemente usato in profumeria.
Prima di essere spedito nei Paesi Bassi, il carico doveva essere spedito tramite una società con sede a Milano e magazzini a Varese, nella stessa regione della Lombardia.
Gli agenti di polizia olandesi contattati dai loro omologhi italiani hanno individuato un luogo di deposito dove sono stati sequestrati decine di chili di PMK, ketamina, metilammina e hashish.
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