Condizioni climatiche simili stanno aumentando in aree distanti più di 5.000 chilometri. L’Italia settentrionale e l’Etiopia meridionale hanno raddoppiato il numero di periodi di grave siccità dal 2000 a causa dei cambiamenti climatici, rendendo i loro modelli meteorologici sempre più simili e meno tollerabili per le popolazioni. Uno studio Guidato dalla ONG Water Aid (specializzata nell’accesso all’acqua e nella sua gestione) e dalle università britanniche.
Entrambe queste regioni sono da tempo note come aree regolarmente inondate, a causa dei grandi fiumi che le attraversano (il Po per l’Italia e lo Shabelle per l’Etiopia). Ma i ricercatori di Bristol e Cardiff sottolineano che ormai da più di 20 anni il numero dei “periodi di siccità estrema” è raddoppiato.
Effetto “colpo di frusta”.
I ricercatori hanno analizzato i dati meteorologici di sette Paesi (Pakistan, Etiopia, Uganda, Burkina Faso, Ghana, Mozambico e Italia) e, grazie alle rappresentazioni satellitari, i cambiamenti climatici hanno alterato le dinamiche climatiche di molte aree geografiche.
“Sotto la ‘frusta’ delle elevate pressioni climatiche, i risultati mostrano che le aree che hanno sperimentato frequenti siccità sono ora a rischio di inondazioni più frequenti, mentre altre aree storicamente soggette a inondazioni stanno sperimentando oggi siccità più frequenti”, si legge nello studio .
“Questa situazione ha un impatto devastante sulle comunità di queste regioni”, riassumono i ricercatori presentando i loro risultati.
In Etiopia e Italia, ma anche nelle altre regioni analizzate in questo studio, i cambiamenti climatici creano rischi immediati come pericolose inondazioni e siccità, che minacciano l’accesso all’acqua potabile. Allo stesso modo, nel medio termine, esiste il rischio che le pratiche agricole locali vengano interrotte, portando a una crisi nella produzione alimentare.
La COP28 è alle porte
Al termine del suo studio, WaterAid ha invitato i paesi ricchi a “raddoppiare i finanziamenti pubblici per l’adattamento”. [au changement climatique] Entro il 2025 rispetto ai livelli del 2019” e investire per garantire l’accesso all’acqua a tutte le persone.
“Mancano meno di due settimane alla COP28, e questo non deve essere un altro vertice in cui la questione viene messa da parte come cambiamento climatico. I nostri leader devono riconoscere l’urgenza e dare priorità agli investimenti in sistemi idrici forti e resilienti”, sottolinea Tim Wainwright. L’amministratore delegato di Water Aid è stato citato nel rapporto di ricerca.
La COP28, la 28esima Conferenza delle Nazioni Unite sul clima organizzata a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre, “deve essere un vero punto di svolta”, ha sottolineato martedì il segretario esecutivo della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNCAC).
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