In Italia, il fallimento della strategia emergenziale di Giorgia Meloni

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In Italia, il fallimento della strategia emergenziale di Giorgia Meloni

EGiorgia Meloni, presidente del Consiglio italiano, che entrerà in carica nell’autunno del 2022, ha promesso di risolvere una volta per tutte la questione migratoria che era al centro della sua precedente posizione di partito di opposizione. È salito al potere a capo di una coalizione formata con la Lega di Matteo Salvini, sempre pronta a fare offerte in materia, e al termine del suo discorso inaugurale del 25 ottobre 2022 ha respinto le finalità della sua politica migratoria. La questione dell’attuazione di un blocco navale per interrompere gli sbarchi illegali e la costruzione di nuovi “punti caldi” (centri per la registrazione e l’identificazione dei migranti) sul territorio africano. Il suo scopo è trattare le domande di asilo prima di organizzare la distribuzione dei beneficiari tra i paesi dell’UE.

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Ha rivelato un’imprecisa politica di assistenza allo sviluppo nel quadro schematico del “Piano Matey per l’Africa”. Evoca i fantasmi di Enrico Matti, il pioniere dell’industria italiana degli idrocarburi. Il fondatore del colosso nazionale Eni, celebrato per le sue posizioni favorevoli ai movimenti di decolonizzazione africani, è associato nell’immaginario storico italiano a una forma di terzomondismo benevolo, portatore dell’influenza di Roma nella sua regione mediterranea. Con l’avvicinarsi dell’inverno, le migrazioni erano meno problematiche e lo stato di grazia di cui godeva il capo dell’esecutivo, forte dei grandi risultati ottenuti dal suo partito, gli permetteva di proiettare visioni così grandiose.

Sei mesi dopo, sono state annunciate le ambizioni del governo di MMe Meloney stava letteralmente affrontando un muro di realtà. L’ipotesi di un blocco navale, impraticabile, prima svanì, mentre i piani del “punto caldo” si allontanarono. Questo inverno è stata aperta una nuova rotta migratoria clandestina dalla Libia orientale. Le partenze dalla Tunisia sono aumentate molte volte. Le spiagge italiane sono tornate all’orrore dei naufragi dopo che più di 90 persone sono morte sulle coste calabresi il 26 febbraio.

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Un massacro di contagocce

Sulla piccola isola di Lampedusa, situata a 140 chilometri al largo della costa tunisina, le previsioni di tensione estiva sono quotidiane dall’inizio della primavera. In un solo giorno, il 26 aprile, sono state segnalate 1.078 visite. Le strutture di accoglienza, dove i giornalisti non sono ammessi, straripano, mentre decine di persone scompaiono in mare ei cadaveri si riversano sulle coste dell’isola, scatenando un massacro.

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