In Italia i medici di emergenza stanno diventando sempre più rari. Una media di sette persone ogni giorno lascia il lavoro a causa delle condizioni e dell’orario di lavoro, ma non solo per il salario.
La professione, un tempo popolare tra i giovani professionisti alla ricerca di un’attività più interessante dal punto di vista clinico, ma più ritmata, fatica a reinventarsi.
“Quest’anno il 50% dei posti di medicina d’urgenza sono vacanti“Secondo Brino Di Silverio, Segretario Nazionale dell’Associazione Italiana Medici Ospedalieri. Si “Come l’anno scorso“Lui geme.
“In queste condizioni, i medici di emergenza saranno presto un lontano ricordo.“Lui crede.
“Al di là di ogni medico c’è un uomo, e oggi non abbiamo tempo per essere padre, madre, nonno o amico.“Lui condanna.
“L’orario di lavoro non viene più rispettato: dovremmo avere una settimana di 38 ore, ma, secondo il nostro ultimo sondaggio, la settimana media è di 65 ore.” lui spiega.
Molti di questi stagisti decidono di trasferirsi in altri reparti ospedalieri, in altre città o addirittura all’estero, per sentire che la loro professione è rispettata. L’esempio della pediatra Angela Mauro la dice lunga. Dopo quattro anni di lavoro nel pronto soccorso di Napoli, la giovane ha deciso di stabilirsi in un altro reparto di Milano, e la sua qualità di vita”Completamente cambiato in termini di stress e soddisfazione“.
“Ora posso davvero prendermi cura dei miei pazienti e aiutarli a riprendersi meglio” lei dice.
Il sistema sanitario italiano è carente, in parte responsabile del sovraffollamento delle emergenze quando i pazienti vi si recano per piccoli disturbi.
Il giovane pediatra ritiene che questo servizio debba solo occuparsi”Solo vere emergenze, la vita del pazienteè a rischio“. Questi casi”I medici di famiglia non sono in grado di fornire cure“Lei critica.
Pesa anche sui medici il mancato accreditamento, problema acuito dalla crisi del Covid-19, che ha messo a dura prova le istituzioni sanitarie.