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Braccato dal presidente del Consiglio, il quotidiano italiano Domani è sempre più oggetto di attacchi legali da parte di esponenti del governo. Una forma inaccettabile di bullismo.
Dal momento in cui Giorgia Meloni, il primo ministro di estrema destra, ha formato il suo governo, ha assistito all’erosione della democrazia italiana. Ho occhio da quando mi occupo da dieci anni dello stato di diritto inadeguato in Ungheria e Polonia. Mi era chiaro che alla Meloni non piaceva la libertà di stampa. Ho fatto causa a noti giornalisti, compresi quelli di My Daily, Domani. Ma né io né i miei colleghi ci aspettavamo di vedere la polizia arrivare in redazione.
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Il 3 marzo lo shock è stato totale. “È stato completamente surreale”, spiega Mattia Ferrarisi, direttore del quotidiano. La polizia è arrivata in redazione con l’insolito obiettivo di sequestrare un articolo legato a Claudio Dorigon, membro del governo. Prima di diventare una figura di spicco nel partito populista della Lega, Durigon è stato una figura chiave nell’UGL, un sindacato conservatore che sostiene il primo ministro ungherese Viktor Orbán e i governi di estrema destra. Nonostante il sostegno del segretario federale della Lega, Matteo Salvini, Durigon è stato costretto a dimettersi dal governo di Mario Draghi (2021-2022) a causa di vari scandali, tra cui i suoi legami con i fascisti. Ma la Meloni l’ha restituita al governo.
“Ogni volta che scriviamo un articolo su di lui,
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