In Cina la Giornata dei single non è più quella di una volta: di fronte al rallentamento della seconda economia mondiale, questa celebrazione del consumo e delle vendite, inventata da Alibaba nel 2009, sembra destinata ad essere più attenuata quest’anno. IL « Doppio 11 » (11 novembre) è da tempo un barometro del dinamismo dei consumi in Cina e della popolarità di Alibaba, ma si prevede che le vendite ristagneranno nel 2023, secondo un’analisi delle prevendite registrate nelle ultime settimane e secondo i sondaggi condotti.
Dei 3.000 consumatori intervistati dalla società di consulenza statunitense Bain and Co, solo il 23% ha dichiarato di voler spendere di più in questa occasione, rispetto al 51% nel 2021. Una campagna per regolamentare le aziende tecnologiche con cui Alibaba da allora lotta. .. Il 2021 ha spinto anche il colosso del commercio online a ridurre la comunicazione: per due anni non c’è stata alcuna cerimonia con la presenza delle star per introdurre l’evento, né il conteggio delle vendite in tempo reale.
Questo grande giorno di saldi è ormai stato adottato da tutti gli operatori delle vendite, tuttavia il volume delle vendite di questo grande giorno dovrebbe superare i 1.000 miliardi di yuan (128 miliardi di euro) per tutte le piattaforme e i marchi, come nel 2022. “Più vendite rispetto al Black Friday e al Cyber Monday messi insieme”.afferma in una nota VO2 Asia Pacific, società di consulenza digitale con sede a Shanghai, sulla base delle prevendite effettuate dalla fine di ottobre.
Consumo tiepido
“Nel 2022, i giganti cinesi della tecnologia promuovono il consumo sostenibile. In questa 15a edizione, ricorrono a metodi antiquati per incoraggiare le persone a spendere i risparmi accumulati: Alibaba ha annunciato il suo desiderio di offrire i prezzi migliori e JD.com ha lanciato la sua campagna “ 11.11 Il dinaro giordano è davvero economico” Nota VO2. Ciò non sembra convincente, poiché le prevendite della piattaforma sono diminuite del 7,5% in un anno, osserva l’azienda.
Dopo tre anni di rigorosa politica zero-Covid, la ripresa sperata nel 2023 non si è realmente verificata in Cina. La colpa è di diversi fattori: la crisi immobiliare pesa sulla fiducia delle famiglie, la debolezza della domanda globale tiene basse le esportazioni da oltre un anno, mentre le tensioni con gli Stati Uniti spingono Pechino a privilegiare misure a favore della sicurezza piuttosto che della sicurezza. Di crescita.
La situazione non è catastrofica: la crescita cinese dovrebbe raggiungere l’obiettivo ufficiale del 5% quest’anno, ma su una base bassa nel 2022 e lontana dal dinamismo degli anni pre-Covid. In ottobre l’indice dei prezzi al consumo è sceso dello 0,2%, per la seconda volta quest’anno: a luglio i prezzi sono addirittura diminuiti dello 0,3% prima di aumentare leggermente in agosto.
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