L'ultimo modello dell'Alfa Romeo, il Suv Milano, sarà prodotto in Polonia, ha reagito con forza il ministro dell'Industria italiano. L'imperativo dei costi di produzione, ha risposto il capo di Stellandis.
L'Alfa Romeo Milano non sarà prodotta in Italia. Vergogna sul modello di un marchio transalpino, fondato nel 1910, che prende il nome dal capoluogo lombardo. Per il ministro italiano dell’Industria si tratterebbe addirittura di una pratica illegale:
“Un'auto chiamata Milano non può essere prodotta in Polonia, è vietata dalla legge italiana”, ha risposto Adolfo Urso. Come citato in un articolo di Automotive News.
Un riferimento a una legge adottata nel 2003, ma riguarda alimenti e bevande nell'ambito dell'IGP (Indicazione Geografica Protetta). Ricorda Leplocato.
Una Milano assemblata in Polonia
Un'altra legge, del 2009, regolamenta ulteriormente denominazioni come “Made in Italy”, “100% Italia”, che devono essere “prodotte” interamente in suolo transalpino.
La comunicazione dell'Alfa Romeo non creava però confusione: il marchio non suggeriva necessariamente la produzione in Italia, al di là del nome del modello.
Alfa Romeo sottolinea il suo design in Italia, al centro stile… Torino, la città della Fiat. Questo nuovo piccolo SUV è cugino della Fiat 600e e della Jeep Avenger (prodotte nello stabilimento Stellandis di Tychy, in Polonia) e un altro potenziale scandalo per Alfistes, che è già critico nei confronti del primo modello 100% elettrico del marchio milanese.
Argomentazione del costo di produzione
Interrogato a margine della presentazione di questo nuovo modello, il capo di Stellandis, Carlos Tavares, ha ricordato la sua opinione sull'origine geografica di un modello:
“La produzione avviene in Italia. Il design si fa in Italia. Un'auto non è italiana perché viene assemblata in un altro Paese”, ha sottolineato nelle note scritte da Motore 1.
Il manager ha fornito l'argomentazione principale a sostegno di questa scelta, facendo riferimento al costo di produzione, spedizione della sua prima vettura:
“La mia prima macchina è stata un'Alfa Sprint. Se al momento dell'acquisto il prezzo fosse stato del 15 o 20% più alto, la mia prima macchina non sarebbe stata un'Alfa Romeo,” ha detto.
“La risposta è semplice: possiamo produrre tutte le Alfa Romeo in Italia, ma non otterrai una Milano per 30.000 euro. Puoi averla per 40.000 euro, il che ne ridurrà il potenziale sul mercato”, ha continuato Carlos Tavares. Secondo il capo di Stellandis, “garantire la sostenibilità del marchio” è fondamentale per la “redditività”.
“Se vuoi espandere la tua base di clienti e convincere le generazioni più giovani ad acquistare più Alfa Romeo nella loro vita, devi, ad un certo punto, vincere dal prezzo che possono pagare.”
Tensioni sul futuro dell’industria italiana
Un argomento che può essere difeso nel senso che i due futuri modelli attesi dall'Alfa Romeo, le prossime generazioni della berlina Giulia e del SUV alto di gamma Stelvio, saranno ben ritirati in Italia, a Cassino.
Questo conflitto con il ministro italiano dell'Industria va collocato nel contesto delle preoccupazioni per il futuro dell'industria automobilistica transalpina. La presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, è da mesi molto critica sugli effetti della fusione tra PSA e Fiat-Chrysler (FCA), che acquisirà Stellandis nel 2021.
Mentre la quota di mercato di questo motore fatica a decollare in Italia, le preoccupazioni per il futuro dell’industria automobilistica locale sono cresciute in un contesto di rapida transizione verso l’energia elettrica.
Altri esempi… in Francia
Se troviamo molti esempi di modelli di auto che portano o portano nomi di città, possiamo vedere che questa nomenclatura viene spesso interpretata per ragioni di marketing, senza alcun collegamento diretto con la città prescelta. Questa presentazione da L'Argus.
Tra le rare eccezioni: tocca purtroppo all'Alfa Romeo con la coupé Brera prodotta tra il 2006 e il 2010, e Prende il nome dallo storico quartiere di Milano, la sua città natale. Fortunatamente all'epoca un modello era “Made in Italy”. Fabbrica Pininfarina, ora abbandonata E ha assemblato la leggendaria coupé Peugeot 406.
Possiamo citare anche esempi di marchi francesi di maggior successo “nonostante” la produzione all'estero. Si tratta soprattutto della Peugeot 208 (Slovacchia e poi Spagna) o della Renault Clio (Turchia), protagoniste delle vendite nel corso degli anni.
I modelli a rombi decorati con piccole bandierine francesi nello “spirito alpino” lo completano, indipendentemente dal paese di produzione. Questo è il caso della Clio, come la prossima Renault Rafale, ma della Astral o Captor, che viene assemblata in Spagna. Cosa merita l'intervento del ministro della Difesa francese?