La quantità di vino intrappolata sul pianeta evaporerà ulteriormente nel 2023. Il consumo globale, infatti, è diminuito del 2,6% in un anno, a 221 milioni di ettolitri, secondo i dati pubblicati dall'Organizzazione internazionale del vino giovedì 25 aprile. Vite e Vino (OIV). Bisogna tornare al 1996 per trovare un livello così basso.
L’OIV stima che il declino sia in realtà iniziato nel 2018, prima della pandemia di Covid-19, che ha causato profondi cambiamenti nelle abitudini di consumo a causa delle frequenti chiusure di bar e ristoranti. Prima dello scoppio della guerra in Ucraina, nel febbraio 2022, che ha acuito il fenomeno dell’inflazione e delle tensioni sulle catene logistiche.
L’epicentro di questo fenomeno è la Cina, dove i consumi sono diminuiti di 2 milioni di ettolitri all’anno dal 2018. Il rallentamento è stato ancora più brutale nel 2023, con volumi in calo del 24,9%, a 6,8 milioni di ettolitri. La Cina è ora al nono posto nella classifica dei paesi più assetati di vino. Sei anni fa era al quinto posto.
Condizioni meteorologiche avverse
Tuttavia, altri paesi hanno adottato la stessa tendenza, quando i residenti fanno dei compromessi di fronte all’aumento dei prezzi e scelgono la moderazione. Anche gli Stati Uniti, il più grande consumatore mondiale, non sono stati risparmiati, il cui consumo è diminuito del 3% a 33,3 milioni di ettolitri. Ancora più indietro la Francia, al secondo posto della classifica, che registra un calo del 2,4%, a 24,4 milioni di ettolitri. Oppure il suo aeroporto, l'Italia, in calo del 2,5%, a 21,8 milioni di ettolitri.
C’è però chi naviga controcorrente. Come Spagna, Russia, Romania, Giappone e perfino Brasile, dove nel 2023 i calici di vino sono stati riempiti al massimo. Una follia che non è riuscita a controbilanciare il declino generale.
Anche dal lato della produzione il semaforo è rosso. Le condizioni meteorologiche sfavorevoli hanno colpito molti vigneti. Le rese sono state quindi scarse, addirittura storicamente basse, con l'OIV che le stimava in 237 milioni di ettolitri (-10% rispetto al 2022). un livello che non veniva raggiunto dal 1961. Al di là dei rischi climatici occasionali, la lenta contrazione delle superfici vitate a livello globale (-0,5% nel 2023) sta contribuendo al calo del volume di uva raccolta.
L’Europa, che domina questo settore, rappresentando il 60% dei volumi mondiali di vino, dimostra chiaramente questo deterioramento della situazione. La raccolta è la seconda peggiore di questo secolo, dopo l’anno buio del 2017, con una produzione scesa del 10,6%, a 144,5 milioni di ettolitri. Eppure il destino del trio di vini – Spagna, Italia e Francia, che ogni anno si contendono un posto sul podio mondiale – non è stato paragonabile. La siccità e le temperature estremamente elevate da un lato, e le piogge torrenziali dall'altro, hanno deluso le speranze dei viticoltori spagnoli e italiani. Entrambi i vigneti hanno subito perdite superiori al 20%.
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