Mercoledì 25 ottobre si è svolto il dibattito tra sindacati e datori di lavoro sulle condizioni dell’indennità di disoccupazione a partire dal 2024. Questo dibattito è stato caratterizzato dalla proposta dei rappresentanti dei datori di lavoro che desiderano versare mensilmente l’indennità di disoccupazione. Si tratta di una misura che può avere un impatto negativo sulle persone in cerca di lavoro.
Indennità di disoccupazione: un nuovo calcolo che non trova consenso
L’attuale sistema di calcolo delle indennità di disoccupazione dipende dal numero di giorni effettivi di disoccupazione e tali indennità vengono pagate mensilmente a chi cerca lavoro. Tuttavia, il nuovo metodo di calcolo proposto è inteso a livellare questi rimborsi su un periodo di 30 giorni. “Pertanto, indipendentemente dal numero di giorni del mese, in caso di disoccupazione completa la rata mensile verrà calcolata sulla base di 30 indennità giornaliere”. Dettagli unédic in un sms inviato alle parti sociali.
Questa misura mira a ridurre l’importo del risarcimento ricevuto per i mesi con 31 giorni anziché 30. Tuttavia, causerà un leggero aumento per febbraio.
Perdita tra 5 e 6 giorni per chi cerca lavoro
Uniformare il calcolo del risarcimento su 30 giorni ridurrà il numero di giorni di risarcimento su un periodo di 12 mesi. Infatti, nel corso di un anno, 7 mesi hanno 31 giorni, mentre solo 1 mese ha meno di 30 giorni. Pertanto, se questa proposta venisse attuata, le persone in cerca di lavoro verrebbero private di cinque o sei giorni di compensazione all’anno. D’altro canto, Pôle emploi ha risparmiato.
Secondo Unédic, questo nuovo metodo farà risparmiare all’assicurazione contro la disoccupazione 200 milioni di euro. Come promemoria, questa idea non è nuova. È stata proposta per la prima volta nel 2019 dai datori di lavoro e respinta dai sindacati. L’opposizione continua ancora oggi. “Visto che la procedura ci permette di risparmiare, vuol dire che risparmiamo giorni, e non dobbiamo illuderci”.Michel Bugas, negoziatore della forza, ha denunciato Ouvrière.
Da parte sua, Dennis Grafwell, della CGT, lo sottolinea “Siamo stanchi di questi piccoli aggiustamenti come quelli apportati nelle riforme precedenti”.. Ciò è avvenuto soprattutto lo scorso febbraio, quando i beneficiari con un tasso di disoccupazione inferiore al 9% sono stati soggetti ad una riduzione del 25% della durata dell’indennità.
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