I ricercatori sono riusciti a simulare un buco nero

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I ricercatori sono riusciti a simulare un buco nero

Il calcolo quantistico spingerà oltre i limiti dei calcoli informatici e, sia nel campo della climatologia, della biologia o dell’astrofisica, gli scienziati risparmieranno molto tempo in termini di ricerca e saranno persino in grado di simulare esperimenti che pensavamo impossibili. Le prove di questo studio sono state pubblicate congiuntamente da ricercatori dell’Accademia cinese delle scienze, dell’Università di Tianjin, dell’Accademia delle scienze dell’informazione quantitativa di Pechino e del RIKEN Pioneering Research Group in Giappone.

Questo team di ricercatori è riuscito a simulare la fisica dei buchi neri e ha dimostrato che questo test è stato il primo tentativo di creare sistemi con proprietà. “simile ai buchi neri”. Questa scoperta tecnologica, certamente ipotetica, ha permesso loro di testare una teoria nota come radiazione di Hawking.

Secondo il defunto fisico Stephen Hawking, particelle molto piccole, che sono i mattoni della materia, sorgono spontaneamente in un universo che “non è vuoto”. Queste coppie di particelle virtuali (per ogni elettrone creato, verrà creato un positrone nello stesso momento e nello stesso luogo) muoiono rapidamente durante la loro formazione e l’universo continua poi con la sua normale attività.

La radiazione di Hawking come proprietà quantistica di un buco nero

Ma cosa succede quando una particella e un’antiparticella nascono vicino all’orizzonte degli eventi di un buco nero? Hawking ha ipotizzato che uno venga inalato e l’altro no, il che significa che non vengono inalati. La separazione consente a metà di ciascuna coppia di sfuggire sotto forma di radiazione reale chiamata radiazione di Hawking.

Per virtualizzare questo esperimento, il team ha sviluppato un processore superconduttore costituito da una catena di 10 qubit con connessioni interattive controllate da nove accoppiatori sintonizzabili. Secondo loro, gli esperimenti sulle radiazioni di Hawking aprono un nuovo modo per simulare gli effetti quantistici dei buchi neri. “I risultati mostrano che c’è sempre una certa probabilità che una quasiparticella all’interno di un buco nero simmetrico si irradi attraverso l’orizzonte degli eventi e che la probabilità della sua radiazione soddisfi la proprietà della radiazione di Hawking”. conclude lo studio pubblicato in natura.

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