sabato, Novembre 23, 2024

I fotografi di Le Monde raccontano un anno di reportage sulla guerra in Ucraina

Dal 24 febbraio 2022, il mondo Ha inviato dozzine di fotoreporter in Ucraina. In coppia con i nostri inviati, si sono alternati a documentare la guerra alle porte dell’Europa. Andare in Ucraina è un viaggio in sé: la maggior parte arriva nel paese in treno, passando per la Polonia. Altri hanno varcato i confini della Moldavia o della Romania a piedi o in auto. Sono andati al fronte, vicino ai combattimenti, ma anche in città e villaggi appena liberati dall’esercito russo, a Mariupol, a Odessa, a Kiev, ovviamente, dove la vita scorre in sospeso.

Per celebrare l’anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina, abbiamo chiesto loro di spiegare il loro lavoro, scegliere la foto che più ha attirato la loro attenzione e raccontarci la sua storia.

Lorenzo Meloni: “Quando è iniziata la guerra dormivo”

Attacco russo su un sito di difesa aerea ucraino a Mariupol, 24 febbraio 2022.

7:46 Primo giorno dell’invasione russa dell’Ucraina.

Quando è iniziata la guerra, stavo dormendo. Dopo aver sentito il primo colpo di missile, decide di restare a letto. Non volevo credere che fosse l’inizio di una nuova guerra.

Come fotografo, ho documentato le guerre senza sosta, viaggiando da un conflitto all’altro, aspettando il giorno in cui finalmente potrò iniziare a fotografare qualcos’altro.

Quando il mondo Mi ha chiesto di andare in Ucraina, sono partito con l’idea della documentazione “Ieri”. Tutti i giornali parlavano di una guerra imminente, ma io non ci credevo davvero. Durante i miei primi giorni in Ucraina, mi chiedevo che aspetto avessero Dresda, Sarajevo o Baghdad il giorno prima dell’inizio della guerra. I volti tesi tradivano una paura palpabile o la vita procedeva come al solito? Ho voluto creare una sorta di diario di questa giornata interminabile, che purtroppo si è conclusa dopo quattordici giorni lì, il 24 febbraio.

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Ogni conflitto ha le sue caratteristiche e contesti geopolitici, ma fondamentalmente tutte le guerre sono uguali. Sembra che ogni guerra sia l’ultima, finché non ne arriva un’altra, più grande e più importante. La gente muore tra le macerie, fugge nella neve o nel deserto, i combattenti sono gli stessi, portano le stesse armi. Ho scattato centinaia di foto di edifici in fiamme e mi chiedo sempre cosa mi spinga a scattarne altre. Siamo stanchi della guerra.

La mattina del 24 febbraio volevo tornare a dormire. Non volevo vedere i fucili carichi, non volevo sentire di nuovo la ninna nanna della guerra, Ninna nanna di guerra : “Sospiri e gemiti di persone che si tagliano la gola per un comando pazzo. »

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