Nel contesto dell’ascesa del 5G, l’industria delle telecomunicazioni sta affrontando crescenti pressioni da parte della Commissione Europea, in particolare nei confronti dei giganti cinesi Huawei e ZTE.
L’industria delle telecomunicazioni è stata nuovamente scossa. In mezzo a questa tempesta: i colossi cinesi Huawei e ZTE, due colossi delle apparecchiature per le telecomunicazioni. La saga, che va avanti da diversi anni, si sta intensificando: per la prima volta, la Commissione europea ha preso di mira apertamente queste società, citando i rischi che potrebbero rappresentare per la sicurezza dell’UE.
Bruxelles ha espresso “serie preoccupazioni” sui rischi che alcuni fornitori di apparati di comunicazione per reti mobili possono rappresentare per la sicurezza dell’Unione. Le tensioni si stanno cristallizzando sullo sviluppo della rete 5G.
Thierry Breton fa pressione sugli Stati membri
In questo contesto, Thierry Breton, commissario europeo per il mercato interno, ha aggiunto uno strato di pressione su queste imprese. suggerito, quanto prima, I paesi dell’UE dovrebbero adottare misure per escludere i fornitori cinesi di apparecchiature di rete espandere il 5G.
#5 g Problemi di sicurezza.
Da oggi, la Commissione UE non acquisterà più servizi di comunicazione dipendenti dalle apparecchiature da #Huawei E #ZTE. https://t.co/3Y7MUZZrZ9 pic.twitter.com/JkFAas2Vao
-Thierry Breton (@ThierryBreton) 15 giugno 2023
Questa situazione rappresenta un’escalation significativa nell’approccio dell’UE ai fornitori di attrezzature cinesi. La Commissione Europea chiede ora agli Stati membri di vietare o almeno rendere più difficile l’utilizzo di componenti Huawei o ZTE, in particolare per quanto riguarda le apparecchiature 4G e 5G che sono ancora ampiamente utilizzate.
In Francia la situazione è più sfumata
A differenza di altri paesi come gli Stati Uniti o il Regno Unito che hanno adottato una posizione più decisa, la Francia non ha creatoNegazione totaledi Huawei nel mercato francese del 5G. D’altra parte, l’Agenzia nazionale per la sicurezza dei sistemi informatici (Anssi) ha introdotto restrizioni, concedendo agli operatori permessi operativi limitati per otto anni, limitando notevolmente l’accesso di Huawei al mercato francese del 5G.
Qualsiasi installazione di antenne richiede ora l’autorizzazione preventiva dell’Agenzia nazionale per la sicurezza dei sistemi informativi (ANSSI). Questa autorità di regolamentazione garantisce che nessuna antenna Huawei sia installata vicino a strutture ritenute strategiche, siano esse militari, governative o industriali.
La sfida con questa situazione è che il mercato dei dispositivi 5G è molto concentrato. Solo tre produttori di apparecchiature per le telecomunicazioni – l’europea Nokia, Ericsson e la cinese Huawei – sono attualmente in grado di fornire apparecchiature per le reti 5G.
In Francia, questa situazione mette in contrasto gli operatori SFR e Bouygues Telecom, che già utilizzano le antenne Huawei nelle loro reti 4G e che intendono riutilizzarle per l’implementazione del 5G. Questi operatori sono preoccupati per le conseguenze di un eventuale cambio di fornitore di apparecchiature, o addirittura dell’obbligo di smantellare le loro vecchie apparecchiature in caso di incompatibilità. Hanno già avvertito che chiederanno un risarcimento se il Paese sbarra la strada al gruppo cinese.
Nonostante le turbolenze nel settore delle telecomunicazioni, Huawei è riuscita a mantenere una forte presenza in molte altre aree. Il gruppo ha potuto sfruttare diverse opportunità per continuare ad operare in Francia, in particolare nei settori della fibra ottica, dell’archiviazione dati, degli oggetti connessi e dell’energia.
Al crocevia di imperativi economici, di sicurezza e politici
Queste complessità fanno parte di una questione più ampia, in quanto la tecnologia 5G è diventata una questione strategica, al crocevia di imperativi economici, di sicurezza e politici. Pertanto, le serie TV Huawei e ZTE non si fermeranno. Solleva interrogativi fondamentali su come l’Europa vede la propria sovranità digitale nell’era del 5G.
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Huawei risponde ai commenti di Thierry Breton
Huawei ha risposto alla dichiarazione di Thierry Breton, commissario europeo per il mercato interno, insistendo sui rischi che potrebbe comportare l’applicazione di restrizioni discriminatorie. Secondo il gigante tecnologico cinese, queste misure potrebbero avere importanti conseguenze economiche e sociali, soffocare l’innovazione e distorcere il mercato europeo.
Huawei comprende che la Commissione europea pone la sicurezza informatica all’interno dell’UE come una priorità. Tuttavia, l’imposizione di limitazioni o eccezioni sulla base di disposizioni discriminatorie comporta notevoli rischi economici e sociali. Potrebbe ostacolare l’innovazione e distorcere il mercato europeo. Un rapporto dell’Oxford Institute for Economics indica che l’esclusione di Huawei potrebbe aumentare i costi di investimento nel 5G di decine di miliardi di euro, un costo aggiuntivo che dovranno sostenere i consumatori europei.
Huawei ha anche criticato la decisione di designare pubblicamente un’azienda come “Risorsa ad alto rischiosenza base giuridica. Il gigante cinese insiste sul fatto che questa qualifica discriminatoria non dovrebbe mai essere applicata senza un giusto processo e un’udienza adeguata. Huawei, attore economico all’interno dell’Unione Europea, ricorda di avere diritti procedurali e sostanziali che devono essere protetti dalle leggi dell’UE e degli Stati membri, nonché dai suoi obblighi internazionali.
Huawei ribadisce che la sicurezza informatica è la sua massima priorità. Pertanto, Huawei ha aperto un Centro per la trasparenza della sicurezza informatica a Bruxelles, invitando i clienti e le organizzazioni di test indipendenti a condurre test e verifiche di sicurezza imparziali, obiettivi e indipendenti in conformità con gli standard e le migliori pratiche di sicurezza informatica riconosciuti dal settore. Il colosso cinese rimane impegnato a fornire prodotti e servizi certificati e affidabili su scala globale a milioni di europei.
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