Da anni i corridori del Giro d’Italia cercano in tutti i modi di arrivare ultimi in questa tappa della corsa. Viene effettivamente istituita la seconda fila, dal basso.
Prende il via sabato 4 maggio la 107esima edizione del Giro d’Italia, un’occasione per fare un po’ di storia e tornare a un tempo in cui la maglia rosa non era l’unico premio per i vincitori del Giro d’Italia. Nel dopoguerra un giornale italiano introdusse una maglia specifica La gazzetta dello sport. Viene assegnato al corridore arrivato ultimo con la maglia nera e al Giro d’Italia.
L’obiettivo era quello di “creare una gara nella gara” come i nostri coetanei Francia occidentale. La maglia rosa era fuori dalla portata di tutti, quindi la battaglia per la maglia nera sembrava un po’ più possibile.
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Il maestro indiscusso
Vincere la maglia nera non portava certo lo stesso prestigio della maglia rosa, ma comportava comunque un certo numero di soddisfazioni. L’ultimo classificato è tornato a casa con utensili da cucina, salumi, olio d’oliva e denaro.
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Questa famosa maglia nera era molto popolare tra alcuni corridori e uno di loro era particolarmente bravo a ottenerla. Si chiama Luigi Malabrocca e questo italiano ha fatto di tutto per arrivare ultimo al Giro. Per questo non è raro che si fermi a mangiare nei bar o si nasconda nei boschi per ammazzare il tempo.
Anche il recente arrivo nel ciclismo è stato glorioso
La maglia nera è ormai diventata un simbolo dell’immaginario collettivo del Giro d’Talia.
Un cimelio indossato dal tortonese LUIGI MALABROOCCA (1946 e 1947) è il più famoso. #22Giugno 1920 pic.twitter.com/1x8WLM0nfG
— Tempo di ciclismo (@CyclingTime News) 22 giugno 2018
Luigi Malabrocca era così fiero del suo ultimo posto che continuò: “So cosa vuol dire essere settimo, ultimo su sette”. Il corridore ha fatto tutti i trucchi possibili per ottenere la maglia nera. Ha pescato, nascosto in una grotta, e ha guidato ogni oggetto appuntito per forare la ruota della sua bicicletta.
Fine del dominio
Ma nel 1949 un altro pilota cercò di rubare i riflettori; E’ San Carlo. Per non perdere questa incongrua classifica, Malabrocca si ferma a pochi metri dall’arrivo e va a chiacchierare con un cliente del bar. Carolo poi muore. Ma i cronometristi, esasperati dal comportamento di Malabroca, lo acclamarono vincitore pur avendo giocato un brutto scherzo. Carolo ha finalmente vinto la maglia nera.
Dopo questo incidente Luigi Malabrocca decise di correre con la concorrenza e poco dopo vinse il Giro di Jugoslavia.
Questa distinzione fu abolita nel 1951 per evitare a tutti i costi che i corridori fallissero. Riapparirà nel 1967 in occasione della cinquantesima edizione del Giro.
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