Il 16 aprile di ogni anno celebriamo la Giornata della conoscenza e della conoscenza (Giornata della conoscenza) in onore del fondatore dell’Associazione degli studiosi musulmani algerini, lo studioso Sheikh Abdelhamid Ben Badis, che Dio abbia pietà di lui, che ha contribuito alla difesa dignitosa dell’identità algerina.
E poiché è una delle figure storiche nazionali, ha partecipato alla lotta di liberazione contro il colonialismo francese, che barbaramente ha utilizzato tutti i suoi mezzi militari e le sue capacità coloniali per mettere a tacere le legittime aspirazioni del popolo algerino alla libertà e all’indipendenza, tentando, durante un secolo del colonialismo, per deviare gli algerini da ciò che ha stabilito il carattere nazionale, la sua cultura, conoscenza, identità e storia.
Legato allo spirito e alla lettera della Dichiarazione del 1 novembre 1954, intriso di un nobile comportamento civile patriottico e motivato da un profondo desiderio di avanzare sui sentieri della libertà, lo sceicco Ben Badis ha lottato con dignità, coraggio e determinazione attraverso il suo contributo a gli sforzi del movimento nazionale, per un’Algeria indipendente, in particolare ponendo le basi, di Durante la sua scrittura e l’educazione dei bambini algerini nelle scuole di Jamiat Ulama, una comunità legata ai valori nobili degli antenati. Fratellanza, solidarietà, mutuo soccorso e riabilitazione nazionale.
Sotto la guida dello sceicco Abd al-Hamid Ibn Badis, il ruolo dell’Associazione degli studiosi musulmani algerini era educativo e complementare agli sforzi della famiglia algerina e faceva parte delle dinamiche del movimento nazionale algerino volto a coltivare la consapevolezza popolare del indipendenza dello stato algerino. L’apertura dell’Algeria al consolidamento e alla conservazione dell’identità religiosa del popolo musulmano algerino, in modo da alimentare l’attaccamento all’identità algerina e alla patria e contribuire all’educazione delle nuove generazioni.
Dal mio punto di vista, e con ogni responsabilità, ritengo che l’eredità e la personalità dello sceicco Abdelhamid Ben Badis appartengano a tutto il popolo algerino, e nessuno ha il diritto di monopolizzarlo o sfruttarlo, perché la Società storica degli studiosi musulmani algerini è parte integrante della storia, della memoria e dell’eredità della lotta contro l’Algeria nel suo insieme.
Oggi, mentre continuiamo a commemorare e celebrare il 69° anniversario dell’indipendenza nazionale duramente conquistata a costo di enormi sacrifici, per me, come attivista per i diritti umani e dei popoli, sono onorato di cogliere questa opportunità oggi. Dalla conoscenza e dalla conoscenza, rivolgendomi con rispetto alla nostra élite colta, ai nostri studiosi, studiosi e pensatori in tutti i campi, per rinnovare loro il mio rispetto e il mio grande apprezzamento per la loro ferma lealtà all’Algeria.
In un momento in cui il mondo si muove a un ritmo costante e accelerato di cambiamento, li invito fraternamente a fissare un appuntamento con la storia e continuare a lavorare per rafforzare la nostra sacra unità nazionale e rimanere più che mai uniti e mobilitati al servizio del paese per affrontare le manovre delle ex potenze coloniali e dei nemici dell’Algeria e del suo popolo, in particolare attraverso programmi di destabilizzazione del paese.
Ci aspettiamo una maggiore mobilitazione dai nostri intellettuali e dalle nostre élite, attraverso uno sforzo individuale e collettivo, con l’obiettivo di consolidare e rafforzare la coesione nazionale, soprattutto mettendo la loro esperienza, le loro comprovate capacità e conoscenze, ciascuno nel proprio campo, al servizio del Paese e le aspirazioni dell’Algeria e del suo popolo, soprattutto nel campo dello sviluppo nazionale, in tutte le aree.
Oggi viviamo in una nuova era, caratterizzata in particolare da turbolenze in tutti i campi, soprattutto dalle moderne tecnologie e dai nuovi mezzi di comunicazione, a cui ricorrono i nemici del Paese, dall’interno e dall’esterno, per raggiungere la coesione, alimentando divisioni e sospetti. Dobbiamo fare del nostro meglio per mantenere i nostri standard e valori, che sono alimentati dalla nostra stessa storia e da cui attingiamo per ancorare il presente per proiettarci nel futuro, con fiducia.
La nostra élite intellettuale e i nostri pensatori in tutti i campi hanno una responsabilità storica, soprattutto attraverso il ruolo di ciascuno di loro, di far avanzare il Paese e rafforzarlo in vari campi, per il suo sviluppo, progresso e modernità, con l’intenzione di bandirlo e senza mai rimuoverlo. Che è ostacolato dall’ignoranza e dall’oscurantismo. Pensando a noi stessi e preparando in particolare i giovani a stare al passo con questa nuova era, sostenendoli e formandoli dall’infanzia alla maturità e oltre.
I nostri programmi di formazione devono inevitabilmente continuare a includere l’iniziazione alla conoscenza formale (scienze tecniche e tecnologiche) così come la cultura e la formazione civica e morale, il tutto dalla nostra ricca storia di insegnamento e dai nostri valori civili dell’Algeria, il tutto guidato dalla profondità della desiderio e il dinamismo complessivo di andare avanti e avanzare nella libertà, nella democrazia e nella difesa dei diritti umani e dei popoli, della pace e della sicurezza, con dignità, coraggio e determinazione per riuscire oggi a gettare le fondamenta di questo futuro, una società tollerante impegnata alla solidarietà, alla fratellanza e all’assistenza reciproca nello stato di diritto.
L’élite intellettuale deve partecipare maggiormente al rafforzamento del ruolo delle istituzioni nazionali nella costruzione dello stato di diritto, soprattutto attraverso la priorità del rispetto dei diritti della repubblica, e al consolidamento delle regole e dei meccanismi di buon governo, al fine di sancire efficacemente lo stato di diritto, che rafforza e consolida in particolare la sovranità politica ed economica, dal rifiuto di ogni ingerenza esterna e dando priorità agli interessi economici del Paese.
Le persone di conoscenza e conoscenza dovrebbero anche essere maggiormente coinvolte nella lotta alla corruzione che danneggia gli interessi economici e sociali del paese, ecc.
La mia convinzione è anche la necessità di continuare a credere più che mai nella missione sacra e nella responsabilità collettiva e individuale di ogni cittadino e, soprattutto, di coloro che rappresentano l’élite e i nostri intellettuali patriottici, molti dei quali continuano a chiamarci a stare in piedi forte e fermo contro le manovre dei residui del colonialismo, in particolare le infiltrazioni nei nostri domini economici, al fine di contrastare tutte le manipolazioni e i piani criminali per fomentare tensioni e crisi per destabilizzare l’Algeria sovrana e contro tutte le manipolazioni volte a contrapporre l’una all’altra altro. .
Le nostre élite sono chiamate a perpetuare l’eredità commemorativa della nostra storia nazionale, beneficiando di queste ricche lezioni, alimentate dagli ideali e dai principi che il popolo algerino ha difeso e quindi ha scritto e plasmato la sua lunga e ricca storia.
Le élite e gli intellettuali devono continuare a sostenere e affermare la loro adesione al processo di indipendenza e non ingerenza negli affari interni degli Stati nelle relazioni internazionali adottato da un’Algeria indipendente e sovrana, che aspira a svolgere appieno il suo ruolo nel suo corso. Affari globali e attualità, nel quadro di un rinnovato multilateralismo, e in particolare attraverso l’inevitabilità del ruolo essenziale del nostro continente africano, evidente nelle istituzioni internazionali.
Ha aderito, come sempre, alla sua storia e ai suoi principi inalienabili ereditati dalla gloriosa rivoluzione del novembre 1954 e dalle pesanti perdite che ha lasciato dietro di sé, che l’hanno legittimata per orgoglio nel tremendo movimento di liberazione nazionale che ha permesso di affermare il primato della principio del diritto dei popoli all’autodeterminazione stipulato e riconosciuto nella Carta e nella Dottrina delle Nazioni Unite e dell’Unione Africana, come tutte le componenti della società civile algerina, gli intellettuali algerini continueranno con orgoglio a difendersi. I principi sanciti dalla Carta Africana dei Diritti Umani, che sono libertà, uguaglianza, giustizia, rispetto della dignità umana, non discriminazione, principio di solidarietà e cooperazione, eliminazione del colonialismo, rispetto dei diritti dei popoli e diritto alla sviluppo sostenibile. .
In conclusione, di fronte alla negazione dei diritti di cui sono vittime i popoli palestinese e sahrawi, in questo senso, vedo che l’occasione per commemorare il Flag Day (Day of the Flag) è anche un’occasione per riaffermare la nostra piena solidarietà. Con la Palestina e la Repubblica Araba Saharawi Democratica, e salutiamo l’impegno dell’élite nazionale per queste giuste cause, la posizione di principio e l’inequivocabile fermezza nel suo pieno sostegno e nella sua effettiva solidarietà.
Si traduce in particolare senza riserve con il popolo palestinese, attraverso la mobilitazione del popolo algerino e dell’élite algerina, oltre al governo, a favore della costituzione di uno Stato di Palestina indipendente con capitale Gerusalemme.
Sosteniamo esplicitamente la legittima lotta del popolo palestinese contro l’occupazione sionista, che continua le sue violazioni contro il popolo palestinese, con vari mezzi, primo fra tutti la sua macchina militare.
Sulla questione del Sahara occidentale, anche la posizione dell’Algeria è chiara e inequivocabile, e la nostra posizione è totale e ferma a favore del popolo sahrawi affinché possa esprimere liberamente la propria autodeterminazione, come sancito dalla legittimità internazionale in materia di decolonizzazione registrata in il Registro delle Nazioni Unite.
Una base giuridica che sancisce questo metodo fondamentale e imperativo per risolvere la questione finale della decolonizzazione in Africa, registrata presso le Nazioni Unite e l’Unione Africana. Nessuna forma di pressione può intaccare la determinazione del popolo algerino e dei suoi intellettuali a continuare a difendere e sostenere apertamente la Palestina e la RASD.
Di fronte alla tragica situazione vissuta dal popolo palestinese e dal popolo saharawi, le Nazioni Unite devono operare imponendo l’applicazione del diritto internazionale e affermando le proprie decisioni adottate in questo campo, per porre fine all’ostinazione dell’entità sionista. Il colonialismo in Palestina e l’occupazione marocchina del Sahara occidentale, in violazione del diritto internazionale e dei diritti umani, compreso il diritto alla terra e alla libertà. Le Nazioni Unite devono inevitabilmente assumersi tutte le proprie responsabilità per porre fine alle sofferenze dei popoli palestinese e saharawi.
A tal fine, rivolgo un urgente appello alle Nazioni Unite, ai Premi Nobel per la pace e all’élite intellettuale della regione, in Africa e nel mondo, affinché assumano il loro ruolo, in particolare nella promozione dei diritti e della pace. , Facendo maggiori sforzi per la vittoria e l’applicazione del diritto internazionale, che ha potuto emergere attraverso i sacrifici, la lotta dei popoli e delle loro élite, e ogni silenzio e negatività è sostegno all’impunità e il fischio della tromba del regime di occupazione è complicità suoi crimini coloniali. Mahrez Al-Amari
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