sabato, Novembre 23, 2024

Formiche, insetti che sanno curarsi da soli

Se formiche La nostra ispirazione per creare nuove macchine, robot autonomi o Algoritmi che ci guidanoHanno anche molto da insegnarci sulla salute.

Luke Will passa Un batteriologo, studia le formiche da più di 50 anni e per lui non c’è dubbio che le formiche siano un insetto che si prende cura delle malattie.

Quando le formiche saranno guarite

Le formiche portano ghiandole metaplurali sul torace. Secernono sostanze che consentono a questi insetti di sbarazzarsi di batteri o funghi patogeni. Queste ghiandole sono utili per loro per guarire se stesse, ma anche per le loro larve. Regolarmente, leccandoli, proteggeranno i bambini da possibili infezioni.

Anche il modo in cui muoiono le formiche è piuttosto interessante. Nelle piccole colonie, “le formiche malate escono da sole per morire all’aperto, al fine di tenere a bada l’infezione”, spiega Luc Basera. Se una formica muore all’interno di una grande colonia, viene rapidamente evacuata, al fine di preservare la salute della comunità, impedendo la diffusione di batteri dal cadavere.

Infine, oggi troviamo frammenti di resina nei formicai. Questa resina è un ottimo protettore dei bronchi e viene utilizzata dalle formiche per prevenire le malattie. Sanno usare la natura nella prevenzione. Ecco perché è così importante preservare la natura e la biodiversità, secondo Luc Passera: “Non sappiamo di cosa avremo bisogno domani”.

Quando le formiche ci guariscono

Le formiche da giardino, riconoscibili dal loro colore nero, possono salvarci la vita. Per vivere in società, le formiche si riconoscono dall’odore. Così abbiamo insegnato alle formiche ad essere attratte da questo o quel profumo, in questo caso da cellule tumorali i cui odori non sono o sono appena percettibili per l’uomo.

READ  La straordinaria storia di questi gemelli e terzine separati in nome della scienza

Dopo 30 minuti di allenamento, di fronte a due vasi, le formiche gireranno intorno a quelli contenenti cellule tumorali. Un esercizio già sperimentato con i cani, ad esempio, ma che richiede molto più tempo. “Stiamo imparando giorno dopo giorno e non sappiamo ancora quanto la biodiversità possa aiutarci”, spiega Luc Passera.

Ultime notizie
Notizie correlate